Covid 19, la variante inglese sarebbe molto più letale secondo alcuni studi

La variante inglese del Covid 19 potrebbe essere dal 30% al 70% più mortale, ma il consiglio di ricerca del governo britannico avvisa: “I dati sono ancora pochi e poco affidabili”.

variante inglese più pericolosa
Variante inglese, è davvero più letale? (Pixabay.com)

Non solo più contagiosa ma anche più mortale. Forse è ancora presto per parlare di allarme, ma i primi studi condotti nel Regno Unito sulla variante inglese del Covid 19 – nome in codice B.1.1.7 – certo non aiutano ad allentare la pressione: la cosiddetta variante del Kent mostrerebbe una letalità fino al 70% superiore rispetto al ceppo originario.

A mettere insieme i dati è il New and Emerging Respiratory Virus Threats Advisory Group (NERVTAG),  team di consulenti scientifici che affianca l’esecutivo britannico nella gestione dell’emergenza pandemia. Gli scienziati hanno pubblicato sul sito del governo un paper in cui vengono presi in esame gli studi accademici portati a termine dallo scorso dicembre al 21 gennaio.

Il rischio che la variante inglese sia molto più letale è realistico

Variante inglese Covid-19 vaccino
Gli studi sulla variante del Kent rafforzano l’importanza delle vaccinazioni (pixabay)

Pur mettendo le mani avanti, il NERVTAG ammette che i ritrovamenti includono anche la possibilità che il nuovo ceppo di Covid 19 sia più pericoloso rispetto a quello generatosi oltre un anno fa a Wuhan. Si nota infatti sia un aumento dei casi più gravi fra i giovani, sia fra le donne, categorie a quanto pare più vulnerabili se attaccante da questa mutazione.

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Considerato l’alto tasso di trasmissibilità, ci si attende che nel giro di qualche mese la B.1.1.7 possa diventare maggioritaria in tutto il mondo. Il documento del NERVTAG avvisa che gli studi considerati hanno parecchi limiti. Innanzitutto i casi severi indagati sono ancora troppo pochi e hanno di conseguenza scarsa rappresentatività e insufficiente potere statistico. Inoltre, come in tutte le indagini, i ricercatori potrebbero soffrire di parzialità inconsapevole, selezionando involontariamente soprattutto i casi che confermano la tesi che intendono provare.

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A conti fatti, si tratta di studi che devono essere confermati e che hanno bisogno di analizzare molti più dati. Ciò non di meno, lungi dall’essere frutto di campagne costruite ad hoc, indicano che il rischio di trovarsi di fronte a una variante più pericolosa e più veloce a diffondersi è decisamente realistico. Questa possibilità potrebbe innescare un circolo vizioso che porterebbe a grande sofferenza per i sistemi sanitari e ovviamente a un maggiore numero di vittime. Per questo, avverte il NERVTAG, bisogna non abbassare la guardia, tenere alte le misure sociali anti-Covid e allo stesso tempo procedere spediti con le vaccinazioni.

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