Covid-19, l’olfatto dei cani diventa uno strumento diagnostico?

L’olfatto dei cani potrebbe essere un valido aiuto nello screening precoce sul Covid-19, lo dice uno studio condotto in Francia e in Libano.

Covid-19
Covid-19 e metodi diagnostici (Pixabay)

Del fatto che i cani fossero stati eletti da centinaia di anni i migliori amici dell’uomo ne eravamo tutti a conoscenza, quello però di cui tutti non sono al corrente è che il loro olfatto “sente” le malattie.

Grazie ad un complesso sistema di 220 milioni di recettori sarebbero in grado di vivere la loro vita basandosi quasi esclusivamente sull’olfatto. Risulta loro facile, quindi, avvertira qualsiasi variazione per quanto riguarda i nostri odori.

Molti studi vengono portati avanti in tutto il globo per capire come i nostri amici a quattro zampe possano essere utili anche per salvaguardare la salute dei loro padroni e non solo.

Nel 2019, a Orlando, durante l’Experimental Biology si discusse ampiamente di come quattro beagle percepissero la presenza di un tumore polmonare con una precisione pari quasi al 97%.

Un successo non da poco se si pensa che questa loro capacità, con un addestramento necessario, potrebbe aiutare a riconoscere la malattia
ancora prima dei tradizionali sistemi diagnostici.

Ma la lista delle variazioni olfattive che alcune patologie portano con sé  e che i cani riescono ad avvertire è ben fornita.

Stando ai dati forniti durante il meeting del 2019, si partirebbe da alcune neoplasie come il tumore alla prostata, al colon, il già citato tumore ai polmoni sino ad arrivare a malaria o diabete.

L’olfatto dei cani è utile anche in casi sospetti di Covid-19?

Covid-19 e cani
Covid-19 e cani (Pixabay)

Una serie di test condotti da studiosi francesi e libanesi ha dimostrato che i cani sono in grado di riconoscere il cambiamento olfattivo delle nostre molecole anche quando il fisico è infettato da Sars-Cov-2.

La percentuale di successo dei test effettuati ha rivelato sorprendentemente un’attendibilità che varia dall’83% al 100% dei casi. Percentuali molto simili a quelle dei tamponi molecolari e dei test antigenici.

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L’efficacia del loro naso potrebbe però essere addirittura maggiore.
Durante i test, uno dei cani utilizzati per lo studio ha riconosciuto come
positive alcune persone che ai test erano invece risultate negative.

Si è pensato ad un errore da parte del quadrupede, ma sorprendentemente quelle stesse persone dopo un paio di settimane sono effettivamente state ricoverate per aver sviluppato la malattia.

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Proprio per questo motivo in Iran è stato aperto un centro cinofilo per addestrare i cani a riconoscere questo particolare odore, in modo da poter utilizzare gli stessi come supporto ai già conosciuti metodi di screening.

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