Google bersaglio di critiche per aver installato silenziosamente un’app

Vespaio di polemiche tra gli utenti americani dopo l’ultima mossa di Google, che nei giorni scorsi ha installato silenziosamente un’app sugli smartphone

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Utenti americani in rivolta dopo l’ultima mossa di Big G (Unsplash)

Dopo esser finita nell’occhio del ciclone in Europa, Google deve adesso fare i conti con alcune critiche che stanno rimbalzando direttamente dall’America. Meno importanti e dispendiose –  quantomeno sotto il fronte degli esborsi economici – rispetto a quelle provenienti dal Vecchio Continente, ma comunque dall’impatto non trascurabile se si considera che la notizia che ci apprestiamo a riportare è pressoché di dominio pubblico tra i media locali. Con un polverone a dir poco incredibile di lamentele.

Cos’è successo stavolta? Come spiegato dalla redazione statunitense di AndroidPolice, il sodalizio di Mountain View avrebbe installato silenziosamente l’app ufficiale di tracciamento dei contaggi da Covid-19 nei confronti di alcuni utenti del Massachusetts (in pratica, l’equivalente della nostra Immuni). Nessun avvertimento od autorizzazione, giacché la mossa apportata da Big G – almeno a detta della fonte – avrebbe operato nell’assoluto silenzio e riserbo.

Inutile dire che la reazione degli utenti non ha tardato a farsi attendere. Il Play Store (ossia il canale ufficiale dove scaricare le app per smartphone e tablet Android, ndr) è stato letteralmente preso d’assalto e a diventar bersaglio di critiche (in taluni casi anche piuttosto “pepate”) è stata ovviamente la pagina dedicata al download e installazione dell’app incriminata, dove campeggia una pioggia incessante di recensioni a una stella. Il ragionamento degli utenti non fa una grinza: è vero che trattasi di un’app legittima, sicura e che dovrebbe essere auspicabilmente attivata su tutti i dispositivi mobili, ma è altrettanto vero che la mossa industriata da Big G è ai limiti dell’ortodossia, giacché incanalata dall’alto e non lasciata invece alla libera scelta del consumatore finale.

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La risposta di Google

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Google offre importanti chiarimenti rispetto alla querelle accesa in USA (Unsplash)

Smarcandoci da eventuali discorsi sottesi giuridicamente alla privacy, appare comunque fondamentale concentrarci sulla dichiarazioni rilasciate da Google, interpellata dalla redazione di AndroidPolice al fine di ottener chiarimenti. In buona sostanza, Big G ha ammesso di aver proceduto con il download automatico delle app di tracciamenti dei contagi da Covid-19 in America, ma precisato marcatamente che in realtà tali app non sono abilitate di default, restando invece nell’assoluta e totale disponibilità e libera scelta dell’utente: quest’ultimo avrà infatti la parola finale, potendo decidere se attivarla o meno sul proprio dispositivo mobile.

Detto in altri termini, l’app viene scaricata in automatico sugli smartphone, ma non è progettata per funzionare “silenziosamente”. Lo farà soltanto se l’utente presterà il proprio consenso, aprendo il programma e dando tutti i permessi del caso. Google giustifica la mossa nella necessità di migliorare l’esperienza d’uso dell’utente: trattandosi di un’app importante, Big G vuole che il software sia per così dire pre-installato sul dispositivo mobile, evitando che il consumatore possa perder tempo a cercarlo nel Play Store. Ma sarà comunque l’utente ad aver voce finale in capitolo e a decidere se utilizzarla o meno.

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Il gigante di Mountain View si smarca dunque da questioni e ragionamenti eminentemente giuridici, ma comunque resta il fatto che molti consumatori americani non sembrano esser convinti della scelta.

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