FBI ha usato software di riconoscimento facciale per un arresto tramite Instagram

L’FBI ha utilizzato un software di riconoscimento facciale per scandagliare Instagram, trovando uno dei criminali che cercava.

riconoscimento facciale FBI
Riconoscimento facciale, FBI arresta grazie ad Instagram (Pixabay)

Nel mondo di oggi è veramente difficile nascondersi per davvero. Infatti viviamo in una società dove il culto dell’immagine e per l’immagine è estremamente forte e quindi è davvero impossibile pensare di sparire del tutto e in modo netto dalla realtà. In questo senso i social network non fanno altro che spingere tutti gli utenti a condividere sempre di più le proprie immagini e quelle degli altri, per una lunghissima serie di motivi: soddisfazione personale, divertimento, conferma di se stessi, ricerca di approvazione, status. Ebbene proprio grazie ad una foto apparentemente innocente, l’FBI è riuscita ad individuare e poi arrestare un criminale che stava cercando da diverse settimane. Uno dei tanti che hanno partecipato all’assalto a Capitol Hill.

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Riconoscimento facciale su Instagram, uomo arrestato

Foto su Instagram del colpevole (screenshot)

Tramite una foto pubblicata sull’account della propria fidanzata, Stephen Randolph è stato individuato. Tramite dei confronti con delle immagini e le registrazioni dell’assalto, l’FBI è arrivata alla conclusione che l’uomo ha partecipato all’attacco. Subito le forze dell’FBI si sono attivate e hanno proceduto con il fermo e con l’arresto dell’uomo, che di fatto ha ammesso di essere colpevole e di aver partecipato all’assalto. Non solo, è anche accusato di violenza contro pubblico ufficiale, dato che le immagini lo hanno inquadrato mentre attaccava e spingeva una poliziotta per le scale, facendole sbattere con forza la testa sulle scale. E quindi causandole una commozione cerebrale.

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Un altra accusa che si aggiunge a tutte quelle relativa al caos di Capitol Hill, che di certo non renderanno semplice il lavoro dei suoi avvocati nei prossimi mesi. Ormai da tanto l’FBI e altri enti governativi stanno utilizzando i social network come luogo da scandagliare mediante apparecchi di riconoscimento facciale, e ancora una volta gli algoritmi più sofisticati si rivelano incredibilmente funzionali.

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