Addio “nessun segnale”: gli smartphone saranno sempre connessi con questa rete

Il 5G ha alzato l’asticella, le wi-fi sono sempre più potenti, ma capita ancora di sovente di non avere segnale e, quindi, di poter sfruttare la potenza dei nostri smartphone. Quei giorni potrebbero, in un futuro prossimo, terminare.

Rete 5G (Adobe Stock)
Rete 5G (Adobe Stock)

L’avvento della rete Lynk potrebbe cambiare le carte in tavola, rivoluzionare il mondo degli smartphone grazie alla possibilità di scambiare dati direttamente con un overhead satellitare, senza bisogno di antenne o chip speciali.

L’azienda statunitense, fondata nel 2017 da Charles Miller, Margo Deckard e Tyghe Speidel, con sede ora in Virginia, sta sviluppando una costellazione satellitare che può essenzialmente fornire a uno smartphone una capacità di “torre cellulare nello spazio” per una copertura di servizi di telefonia mobile veramente globale, anche in aree rurali poco servite e senza copertura.

Lynk, i test danno risultati molto incoraggiati. “Mai nessuno come noi”

Banda ultra larga (Adobe Stock)
Banda ultra larga (Adobe Stock)

Lynk ha già richiesto una licenza alla Federal Communications Commission degli Stati Uniti per lanciare fino a dieci satelliti di prova già nel 2022, con l’obiettivo di iniziare una copertura globale continua nel 2025 utilizzando una costellazione di diverse migliaia di satelliti. Non solo.

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Per mostrare a tutti la sua forza, ha mostrato un collegamento dati bidirezionale questa settimana, annunciando i suoi primi partner di rete in Africa e alle Bahamas: se tutto va bene, potrebbe passare non molto tempo prima che qualsiasi possessore di smartphone possa ricevere il segnale in qualsiasi parte del mondo.

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L’ex Ubiquitilink sta lavorando da tempo a questa possibilità, con Charles Milles, ex fondatore di Nanoracks, in prima linea. Dallo stealth a inizio del 2019 sono stati lanciati diversi satelliti di prova, con risultati molto incoraggianti: è stato inviato il primo SMS ordinario direttamente da un satellite a un normale telefono, i primi test hanno dimostrato che si riesce a contrastare il rumore, lo spostamento doppler e altri fattori che hanno spinto alcuni esperti a definire l’ambizioso obiettivo non poi così impossibile da centrare. Un normale cellulare di nuova generazione potrebbe davvero connettersi a un satellite in orbita terrestre bassa.

Ora un altro passo avanti. Lynk, infatti, ha dimostrato una connessione bidirezionale tra un cellulare e un satellite (il loro quinto, “Shannon”), consentendo di ricevere e inviare dati. Non molti dati, ovviamente, ma un numero sufficiente per un SMS, una posizione GPS, un bollettino meteorologico o simili. “Abbiamo ripetutamente mostrato il flusso di chiamate bidirezionale necessario affinché un telefono si colleghi al nostro ripetitore nello spazio“, ha affermato lo stesso Miller, in un comunicato stampa.

Questo flusso di chiamate bidirezionale coinvolge più istanze di segnalazione di uplink e downlink – spiega – inclusa una richiesta del dispositivo per l’accesso al canale e quindi le corrispondenti procedure di autenticazione e aggiornamento della posizione. Ad oggi, l’abbiamo fatto con centinaia di cellulari, e oltre, nel Regno Unito, anche alle Bahamas e negli Stati Uniti. Non era mai stato dimostrato prima d’ora, Lynk ce l’ha fatta“.

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