Spam, i miei primi (insopportabili) 43 anni

Fastidiosi messaggi ripetuti ad alta frequenza, talmente monotematici da renderli indesiderati. Generalmente a carattere commerciali. A volte offensivi, che arrivano da qualsiasi parte riempiendo una casella di posta elettronica, le chat, forum e social. Junk mail, posta spazzatura. L’insopportabile spam compie 43 anni.

Notifiche (Adobe Stock)
Notifiche (Adobe Stock)

Era il 3 maggio 1978, quando Gary Thuerk inviò un messaggio che pubblicizzava l’uscita di un nuovo computer della Digital Equipment Corporation, contemporaneamente, a 393 destinatari su Arpanet, l’antesignano di internet.

Spam, lo sciagurato Thuerk e la Green Card Spam

Spam (Adobe Stock)
Spam (Adobe Stock)

Anziché inviare un messaggio separato a ogni persona, lo sciagurato Thuerk fece scrivere a un assistente una singola email di massa. Nacque così lo “spam”, entrato perfino nei dizionari italiani come neologismo.

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Il termine ha origini “simpatiche” prima di trasformarsi in un antipaticissimo coinquilino della rete. Deriva da uno sketch comico del Monty Python’s Flying Circus, trasmesso il 15 dicembre 1970: in un locale pieno di vichinghi, una cameriera recita a due avventori calati dall’alto un menù di pietanze, intercalandovi in maniera assurdamente ripetitiva il termine “Spam”, un marchio di carne in scatola prodotto dalla statunitense Hormel Foods Corp.

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Man mano che lo sketch continua, l’insistenza della cameriera nel proporre piatti con Spam, uova, salsicce, pancetta, qualsiasi cibo con spam, si contrappone alla riluttanza del cliente per questo alimento, il tutto in un crescendo di un coro inneggiante da parte dei vichinghi seduti nel locale.

Solo molti anni dopo, in seguito alla nascita del primo messaggio commerciale indesiderato a diffusione massiva dello sciagurato Thuerk, il termine spam è diventato l’emblema dei messaggi indesiderati, inviati massivamente a destinatari non consenzienti.

Thuerk fece proseliti una ventina di anni dopo, con il primo grande episodio di spamming commerciale. Era il 5 marzo 1994, il giorno che passò alla storia come “Green Card spam”. Un team di avvocati, Laurence Canter e Martha Siegel, usarono la pubblicazione di massa degli indirizzi mail degli utenti Usenet per pubblicizzare i loro servizi. Sciagurati anche loro.

L’ONG CitiHope cercò di utilizzare lo spam a fini benefici, con una raccolta fondi, senza scopo di lucro, per aiutare i bambini a rischio durante la guerra in Bosnia. Sfortunatamente gli ISP privati riuscirono a intervenire solo contro l’ONG, mentre gli autori del “Green Card spam” ebbero fortuna nonostante le iniziali critiche.

Il principale scopo dello spamming è la pubblicità, messaggi pressoché identici per migliaia di indirizzi di posta elettronica raccolti in maniera automatica alla rete, mediante spambot o appositi programmi, senza il permesso del destinatario. 43 anni insopportabili, niente auguri.

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