Smart working prorogato, il decreto Riaperture lo estende per altri 3 mesi

Novità per i lavoratori al momento impegnati da remoto, l’ultimo decreto ha infatti prorogato il regime di smart working semplificato per ulteriori tre mesi, sostituendo la precedente scadenza fissata al 30 aprile 2021.

smart working
(Pixabay)

Arrivano finalmente conferme circa il prolungamento del regime di smart working, uno dei tratti distintivi della pandemia di Covid-19 che ha investito il pianeta nel corso dell’ultimo anno. Con il decreto Riaperture (52 del 2021) infatti si allunga il periodo in cui può proseguire il cosiddetto smart working semplificato, vale a dire senza la necessità di accordi individuali specifici tra datori di lavoro e dipendenti.

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Fino all’uscita del decreto Riaperture, il termine era infatti fissato per la fine di questo mese, il 30 aprile; un prolungamento di appena un mese, ufficializzato dal precedente decreto Milleproroghe, rispetto alla scadenza originaria del 31 marzo. Ma vediamo nel dettaglio cosa prevede in fatto di lavoro agile il DL approvato giovedì scorso.

Smart Working prorogato fino al 31 luglio: la novità con il decreto Riaperture

smart working prorogato
(Pixabay)

Le persone fragili o con disabilità erano state già tutelate in precedenza dal decreto Sostegni, che fissava al 30 giugno 2021 la fine del regime di smart working. Nulla però era stato messo nero su bianco per quanto concerne il ritorno in ufficio delle altre categorie lavorative che, per forza di cose, rappresentano la stragrande maggioranza dei lavoratori.

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Con il nuovo decreto Riaperture dunque viene ufficializzata la proroga dello smart working semplificato di ulteriori tre mesi, fino al 31 luglio 2021, data coincidente anche con il termine – salvo aggiornamenti – dello stato di emergenza. La speranza è che per allora, nel pieno della stagione estiva, la campagna vaccinale partita lo scorso gennaio abbia raggiunto la maggior parte degli italiani fornendo loro la tanto sperata immunità al virus Sars-Cov-2. In tempi “normali” infatti, il ricorso allo smart working richiede una procedura ben più lunga e appesantita dalla burocrazia, con la necessità di stipulare accordi individuali di volta in volta tra il datore di lavoro e i dipendenti.

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