Lucchetti, una storia vecchia quanto il tempo. Quella nuova si collega allo smartphone

Esistono sin dai tempi dei romani, utilizzati e fatti conoscere soprattutto dai mercanti che percorrevano le antiche rotte commerciali verso l’Asia, inclusa la Cina. I lucchetti si sono evoluti con il tempo.

Lucchetto (Adobe Stock)
Lucchetto (Adobe Stock)

Quelli romani una lunga asta piegata attaccata alla cassa e un pezzo più corto che poteva essere inserito nella cassa stessa. Poi vennero lucchetti di Przeworsk e Chernyakhov, con una manica attaccata alla custodia e una lunga asta piegata che poteva essere inserita nella custodia e nella manica.

I lucchetti sono stati utilizzati in Cina sin dalla tarda dinastia Han orientale (25-220 d.C.) “serrature a chiave con molle di divisione e serrature a combinazione di lettere parzialmente senza chiave“, raccontano gli storici. Di bronzo e di ottone, di argento e altri materiali. Ai giorni d’oggi, tutto ruota intorno agli smartphone. Dal punto di vista funzionale non è cambiato molto, in oltre duemila anni di storia. Allora, come oggi, la maggior parte dei lucchetti si basava su una chiave o una combinazione. Poi è arrivato il Quicklock.

Il primo lucchetto che si apre (anche) con lo smartphone

Il lucchetto Quicklock si apre anche con lo smarthpone (Adobe Stock)
Il lucchetto Quicklock si apre anche con lo smarthpone (Adobe Stock)

E’ il primo primo lucchetto che può essere aperto con il semplice gesto di una carta, di un portachiavi o di un anello, perfino con un tap su uno smartphone. Questo è possibile grazie alla tecnologia NFC (Near Field Communication), la stessa tecnologia montata Apple Pay, tanto per intenderci.

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Dispone anche di Bluetooth, il che significa che può essere sbloccato tramite app Android o iOS. Disponibile in quattro colori, il corpo in zinco pressofuso ricorda quello di un lucchetto tradizionale, anche se è senza la solita rotella combinata. Il grillo e la sua finitura opaca gli conferisce una sorta di aspetto plastico. L’intera confezione è impermeabile, quindi adatta per l’uso esterno.

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Grazie alla tecnologia wireless, il lucchetto si basa su una batteria ricaricabile (tramite un cavo Micro-USB standard, incluso), di sicuro per almeno due anni. Le varie “chiavi” NFC incorporano RFID e quindi non richiedono batterie proprie. Sono anche impermeabili. Per sbloccare il Quicklock, è sufficiente premere l’unico pulsante sul davanti, quindi passare la carta, il portachiavi o l’anello sopra il logo.

Con lo smartphone, l’app annessa consente non solo di sbloccare il Quicklock, ma anche di vedere un record di altri utenti che l’hanno sbloccato. Quando è stato lanciato, il Quicklock aveva un prezzo di partenza di 79 dollari. Ora già costa di meno: sotto i 50 euro con l’e-commerce. Viene spedito in tutto il mondo, un po’ come facevano i mercanti ai tempi dei romani. Il prezzo include anche a scheda NFC, anche se si possono acquistare carte aggiuntive in confezioni da cinque o da dieci.

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