La Commissione Europea passa ai fatti: ecco la legge sul caricatore universale

I produttori potrebbero presto essere costretti a uniformarsi alla porta USB-C, già integrata da giganti come Samsung, Xiaomi e Huawei. Apple verso l’addio al suo Lightining.

La bandiera dell'Unione Europea sventola di fronte al palazzo della Commissione (Adobe Stock)
La bandiera dell’Unione Europea sventola di fronte al palazzo della Commissione (Adobe Stock)

Presto tutti i produttori di smartphone e tablet potrebbero essere costretti a produrre dispositivi compatibili con il caricatore universale, almeno in Europa. La Commissione Europea, infatti, presenterà oggi una proposta di legge nell’ambito della riduzione dell’e-waste che imporrà il charger unico con ingresso USB-C. A riportarlo è Reuters, che cita fonti vicine all’organo esecutivo dell’Unione.

Questo tipo di porta è già stata adottata da colossi dell’industria hi-tech come Samsung, Xiaomi e Huawei, fra gli altri. A fare le spese maggiori in caso di approvazione potrebbe essere Apple, che non ha mai abbandonato il cavo Lightning, standard proprietario per il caricamento dell’iPhone. Ma la casa di Cupertino pare – almeno in teoria – pronta anche lei alla svolta, visto che ha gradualmente iniziato a introdurre la USB-C sugli iPad Pro, Air e Mini più recenti.

Dal caricabatterie universale alla ricarica wireless

USB-C (Adobe Stock)
USB-C (Adobe Stock)

Il testo della norma approderà oggi sui banchi di Parlamento e Consiglio, che avranno il compito di esaminarlo ed eventualmente concedere il proprio ok nelle prossime settimane. Un’approvazione che appare se non scontata almeno probabile, visto che la Commissione sta lavorando a questa iniziativa da anni. I primi studi sulla fattibilità di un caricatore universale sono stati eseguiti addirittura nel 2009. Dal 2019, poi, il progetto è decollato con ulteriori analisi di settore e di impatto su produttori e consumatori. Il risultato dovrebbe essere una proposta di legge che soddisferà sia i parlamentari che i membri del Consiglio.

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Nel testo potrebbe essere inclusa l’eliminazione di nuovi caricabatterie dalle confezioni dei cellulari. In questo senso, i brand tecnologici si sono già mossi, eliminandolo del tutto o vendendo insieme al dispositivo solo il cavo, privo dell’alimentatore a muro. La ratio dietro a questa norma consiste nello spingere i consumatori ad utilizzare i caricabatterie già in loro possesso. Anche se ci sono dubbi sulla sostenibilità di un mercato dove i prodotti scadenti e dalla vita breve sono abbondanti.

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È naturale che, ove la proposta fosse accolta, all’inizio ci sarebbe una considerevole fetta di consumatori che dovrebbe adeguarsi, con tutto ciò che ne consegue in termini di e-waste. I benefici, secondo gli studi della Commissione, sono però attesi nel medio-lungo periodo. A tagliare la testa al toro, tuttavia, potrebbe essere la tecnologia wireless, già presente su molti dispositivi. Il futuro, insomma, è dei caricabatterie senza fili che elimineranno il problema dello smaltimento alla base. Non solo, quella del wireless è una soluzione introdotta sia nei dispositivi Apple che in quelli del resto dei produttori, e che in un colpo solo risolverebbe anche il problema della compatibilità fra l’universo iOS e Android.

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