Clubhouse, attacco hacker. Ma Davison nega tutto

Una fake news. Paul Davison esce allo scoperto e nega fortissimamente di un presunto furto dei dati personali di molti utenti di Clubhouse, social network con chat audio e ad invito lanciato nel 2020 dalla Alpha Exploration Co, capace di passare dai 100 milioni a un miliardo di dollari, in appena un anno di vita e poco più.

Clubhouse, app ad inviti (Adobe Stock)
Clubhouse, app ad inviti (Adobe Stock)

La smentita del CEO di Clubhouse arriva dopo una notizia di Cyber News circa un database SQL con ID utente, nomi, nomi utente, handle di Twitter e Instagram, perfino conteggi dei follower che sarebbe stato pubblicato su un forum di hacker. Cyber News, comunque, aveva specificato che le informazioni sensibili dell’utente, come i numeri di carta di credito, non fossero tra le informazioni trapelate.

Clubhouse ma non solo: social sotto attacco

Social sotto attacco (Adobe Stock)
Social sotto attacco (Adobe Stock)

Clubhouse non ha risposto immediatamente alla richiesta di ulteriori informazioni da parte di The Verge. Ci ha pensato lo stesso Davison a smentire: “No, questo è falso, è un articolo clickbait, non siamo stati hackerati. I dati a cui si faceva riferimento erano tutte le informazioni del profilo pubblico della nostra app. Quindi la risposta alla domanda se ci sia stato un furto di dati, è un no definitivo”.

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La scorsa settimana, Cyber News aveva già riferito di un altro furto di dati personali degli utenti Linkedin, sono stati raccolti e pubblicati online. Anche in questo caso è stata proprio la società di proprietà di Microsoft ad affermare che nessun dato di account privati di LinkedIn è stato incluso nella fuga.

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E’ un momento comunque delicato per il mondo dei social. Sempre più probabilmente hackerati. Come il caso di Facebook e degli ormai famosi 533 milioni di dati di utenti, fatti uscire gratuitamente.

Chissà se la notizia su Clubhouse non sia figlia dell’anno mostruoso del social network che ha puntato tutto sull’audio, non a caso vanta più di 10 milioni di download. Chissà se sia stato preso di mira. Chissà. Tant’è che Twitter, LinkedIn, Discord, Spotify e Slack stanno lavorando su piattaforme audio social concorrenti, perfino Facebook ha preso spunto da Clubhouse per sviluppare qualcosa di simile, ma non uguale.

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