WhatsApp “spinge” Signal: crescita monstre della piattaforma

Da sabato 15 maggio, sono entrate in vigore le nuove policy di WhatsApp. Un ulteriore elemento che ha spinto gli utenti verso Signal

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Signal e Telegram crescono a dismisura “grazie” a WhatsApp (Adobe Stock)

Se ne parla da tempo, e lo scorso 15 maggio il tutto è diventato ufficiale: WhatsApp ha aggiornato le proprie policy relative alla privacy. Una decisione che ha scatenato (e non poco) l’ira degli utenti, alla ricerca di valide alternative.

Telegram, Signal e tante altre piattaforme di messaggistica stanno godendo di tutto questo, con un boom di utenti mai visto prima. Stando a quanto riferito da Sensor Tower con alcuni dati aggiornati, è soprattutto Signal – nelle ultime settimane – ad aver accolto molti di coloro che hanno deciso di “scappare” dal colosso di Zuckerberg. I numeri dell’ultimo anno sono da capogiro: +1.192% di iscrizioni.

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WhatsApp e Signal, l’esodo continua: gli ultimi dati

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Ecco gli ultimi dati relativi ai quattro mesi del 2021 (screenshot)

Un vero e proprio esodo quello degli utenti di WhatsApp verso altre piattaforme di messaggistica. A giovarne – tra le altre – c’è Signal che, stando a quanto riferisce Sensor Tower, nell’ultimo anno ha registrato un +1.192% di iscrizioni. In totale, si parla di quasi 65 milioni di nuovi utenti, con 2,8 milioni di download nel solo mese di aprile 2021.

Inutile dire come le nuove policy di WhatsApp stiano dando una spinta importante alla concorrenza. Oltre a Signal, anche Telegram ha raggiunto picchi inimmaginabili fino a qualche mese fa. Nei primi quattro mesi dell’anno, c’è stato un aumento del 98% delle installazioni. Sfondata quota 160 milioni, con una nuova ondata che sta venendo cavalcata dagli sviluppatori attraverso il lancio nuove funzionalità esclusive.

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E a WhatsApp cosa succede? Ad oggi, è ancora l’azienda numero uno per ciò che riguarda i servizi di messaggistica. I numeri nei primi quattro mesi del 2021 sono però impietosi, e parlano di una diminuzione del 43% dei download. Di recente il Garante tedesco della privacy ha obbligato Facebook a bloccare la raccolta dati, e potrebbe esserci l’intervento anche delle autorità europee. Altre novità in vista dunque, per una questione che fatica a trovare una soluzione definitiva.

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