Un’altra simulazione per vivere su Marte. Dall’Oman si vola in un cratere israeliano

Una missione che fa rima con simulazione. AMADEE-20 non vuol dire andare su Marte, ma praticamente è come se lo fosse, un finto habitat per sei astronauti che rappresentano il grande esperimento del forum spaziale austriaco.

Marte (Adobe Stock)
Marte (Adobe Stock)

I sei astronauti vivranno per un mese nel cratere Ramon, in Israele, per cercare di capire quanto saranno possibili i futuri sforzi di insediamento sul Pianeta Rosso. Più che un’agenzia spaziale di un paese specifico, l’Austrian Space Forum rappresenta nonostante la denominazione, un’istituzione indipendente che esamina gli aspetti pratici della futura colonizzazione di Marte.

AMADEE-20 è solo l’ultima fase di questo processo, anche se probabilmente la più complessa, quanto ambiziosa, parte della missione. L’esperimento si doveva fare una stagione fa, ma la pandemia da Coronavirus, e il maledetto Covid-19, ha fatto slittare tutto. Ora le condizioni sembrano essere favorevole per la fase di test.

Cinque uomini e una donna in una struttura di 1300 piedi quadrati

Uno scorcio del deserto dell'Oman (Adobe Stock)
Uno scorcio del deserto dell’Oman (Adobe Stock)

AMADEE-20 si basa su un luogo di pseudo-spedizione nel remoto deserto. I sei astronauti, composti da cinque uomini e una donna, occuperanno una struttura di circa 1.300 piedi quadrati, progettata per simulare come potrebbe essere il futuro habitat naturale di Marte. Tutti saranno dotati di tute spaziali, con una lunga lista di esperimenti da eseguire. Replicare l’esperienza di trovarsi a centinaia di milioni di miglia dalla Terra sarà fondamentale, la base su cui trovare l’altezza della situazione. Sebbene gli operatori della missione si trovino solo a Innsbruck, in Austria, le comunicazioni tra loro e gli astronauti subiranno un ritardo di 10 minuti. Nessun problema: è lo stesso ritardo che si verificano con i segnali da e verso Marte.

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Una batteria di sensori e telecamere seguirà in ogni momento i movimenti degli astronauti, alla stregua di un Grande Fratello, con tanto di segnali del corpo. Fuori dall’habitat, i sei astronauti avranno accesso sia a un rover autonomo che a un drone. Parte della sfida per il prossimo mese è quella di esplorare e rendere possibile la navigazione e le comunicazioni su Marte, dato che lì mancano GPS e reti mobile che le persone sulla Terra ora danno per scontate.

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La speranza è che, identificando le sfide e gli ostacoli mentre si è ancora sulla Terra, i piani per affrontarli possano essere sviluppati prima che gli umani mettano effettivamente piede su Marte. Dopotutto, cercare di trovare soluzioni su quella distanza e con risorse limitate sarà esponenzialmente più difficile.

Non è la prima simulazione del Forum Spaziale internazionale. Già nel febbraio 2018, AMADEE-18 ha visto un esperimento, di simulazione su Marte, di quattro settimane in Oman, con cinque astronauti analogici che hanno testato progetti di tute spaziali, testato tecnologie rover e messo alla prova varie attrezzature. Di step in step per capire come l’uomo potrebbe vivere, o sopravvivere, sul Pianeta Rosso.

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