Telefonia Mobile: Le tariffe calano del 46 percento in 3 anni

Gli operatori delle telecomunicazioni presentano una ricerca dell'Università di Tor Vergata secondo la quale i prezzi si sono dimezzati tra il 2011 e il 2013, grazie all'uso massiccio dei contratti "a pacchetto&a

Il Presidente dell’Asstel afferma che “l’atteggiamento collaborativo dell’Istat ha permesso di modificare il paniere dei prezzi, proprio con l’introduzione delle e infatti dal 2013 le nostre e le loro rilevazioni coincidono”.
L’Istat però ribatte con Federico Polidoro, responsabile delle rilevazioni e degli indici dei prezzi al consumo dell’Istat sostenendo che pur essendo innegabile che nel paniere dei prezzi al consumo nel 2013 la rilevazione “è stata ampliata alle opzioni oltre che ai piani tariffari, è anche vero che “ipotizzare un consumatore che di mese in mese va a cercare la tariffa più conveniente è una forzatura”.

Pertanto è corretto introdurre le “opzioni tariffarie” ed ipotizzare un consumatore abbastanza mobile, però questo non significa che sia scorretto “l’impianto tradizionale di rilevazione, che ha scontato le difficoltà di reperire le informazioni da parte degli stessi operatori”.

L’Istat concorda sul fatto che le tariffe dei servizi di telefonia siano calate in modo sensibile: Polidoro spiega che “dal 1996 al 2014 registriamo un calo del 35% delle tariffe di telefonia mobile”, di cui il 13% va calcolato tra il 1996 e il 2010, mentre il 22-23%. tra il 2010 e il 2014. Quello della telefonia mobile “è sicuramente uno dei settori che nel nostro paniere hanno registrato i cali di prezzo più marcato. Proprio per questo avevamo chiesto maggiori informazioni e un confronto con Asstel, ma le stiamo ancora aspettando”.

Il professor Luigi Accardi, coordinatore della ricerca di Tor Vergata, afferma che “se è vero che nel mercato i consumatori non adottano un comportamento perfettamente razionale scegliendo di volta in volta l’offerta migliore, è anche vero che si riscontra ormai la sempre maggiore diffusione di un consumatore “localmente razionale”; c’è una certa inerzia da parte degli utenti a cambiare operatore, ma c’è maggiore disponibilità a cambiare sulla base delle offerte del proprio operatore”.

Cesare Avenia precisa che lo studio presentato oggi da Asstel “mette in evidenza come il settore Tlc abbia avuto un ruolo ben più ampio e significativo nello sviluppo dell’economia e nell’attenuare gli effetti della crisi sui consumatori e sulle imprese, di quanto si era fino ad ora valutato. Alla riduzione dei prezzi dei servizi di Tlc, infatti, è corrisposto un utilizzo delle reti mobili sempre più esteso, diversificato e di maggior qualità.

Le dinamiche di business del settore caratterizzate da un’alta competizione, accompagnata da significativi investimenti, necessari per stare al passo con l’innovazione tecnologica, hanno inciso in modo determinante sulla realtà italiana con benefici che, tuttavia, ancora stentano a trovare la giusta valorizzazione sul piano politico e regolamentare”. Avenia spera in una trasformazione qualitativa come quella registrata dal settore dei servizi telefonici anche “da parte di chi deve legiferare e rendere attuative le norme, considerando che la banda ultralarga deve costituire l’infrastruttura su cui rilanciare la crescita e la competitività del Paese”.

Usare il telefono cellulare costa sempre meno : le offerte che si basano su pacchetti di opzioni tariffarie hanno permesso ai consumatori, negli ultimi anni, di risparmiare dai 100 ai 240 euro l’anno. Questo lo afferma l’associazione che raggruppa gli operatori del settore, l’Asstel. Secondo un’indagine dell’Università di Tor Vergata, che rielabora dati Telecom, Vodafone, Wind, H3G, il calo rilevato tra il 2011 e il 2013 è del 46,7%; mentre l’Istat ha stimato un leggero incremento nel biennio 2011-2012, precisamente dello 0,9%, con una differenza del 35 % rispetto alle rilevazioni Asstel-Tor Vergata. Dal 2013 invece le due rilevazioni si allineano, rilevando entrambe un calo delle tariffe nell’ordine del 16%.

Queste riduzioni hanno determinato risparmi mensili dell’ordine di 8-10 euro per un profilo di consumo contenuto e su base annuale di 100-120 euro. Il consumatore medio, che utilizza più spesso Internet, ha potuto beneficiare di risparmi intorno a 20 euro al mese, vale a dire circa 240 euro l’anno. Anche se i risultati dello studio si riferiscono al segmento consumer, riduzioni di analoga entità si sono registrate anche per quanto riguarda la clientela business.

Secondo Assotelecomunicazioni-Asstel, questo fenomeno, che ha interessato anche altri paesi europei, è da attribuire al fatto che le autorità competenti non avrebbero considerato le “opzioni tariffarie” introdotte nel corso di questi anni dagli operatori mobili. Tali offerte hanno consentito di usufruire di un certo quantitativo prestabilito di servizi a fronte del pagamento di un ammontare prestabilito e che hanno riscosso un grande successo dovuto alla possibilità da parte degli utenti di controllare la spesa telefonica complessiva e di conseguire un risparmio.

A lungo termine le opzioni tariffarie hanno finito per diventare parte integrante delle proposte commerciali degli operatori Tlc. Asstel sottolinea che quelle che inizialmente erano “occasioni speciali”, ad un certo punto sono diventate una modalità di pagamento dei servizi telefonici mobili, di conseguenza le tariffe sono precipitate verso il basso. In realtà fino al 2012 l’Istat non ha tenuto conto di queste significative variazioni, poiché ha basato le proprie rilevazioni sui piani base.

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