Smart ring e COVID-19, un anello che riesce a misurare la febbre

Un’innovazione nella battaglia contro il COVID-19. Una recente scoperta parla degli “smart ring”, ecco cosa sono in grado di fare questi anelli 

Una particolare tecnologia, chiamata “smart ring”, è stato assegnato agli operatori sanitari per mettere a confronto le positività del coronavirus. Si sa quanto sia importante effettuare una diagnosi preventiva in modo da procedere subito con l’isolamento del soggetto per evitare la diffusione del virus, qualora presente. 

In questo caso entra in gioco questo anello intelligente, che monitora di continuo i parametri vitali, insieme alla temperatura del corpo e all’alternanza del dormi veglia. Si tratta di un dispositivo utile per mostrare la presenza del virus anche in casi non sospetti. 

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Smart ring e la tecnologia che aiuta contro il COVID-19

Smart ring
Smart ring possibile aiuto contro COVID-19 (screenshot YouTube)

È grazie al team dell’Osher Center for Integrative Medicine e del Dipartimento di Psichiatria dell’università della California di San Francisco che è stato possibile realizzare un oggetto simile. Lo scopo è quello di paragonare i dati raccolti dagli anelli con quelli raccolti dai tamponi oro-rinofaringei. Grazie a questo oggetto si è scoperto che 38 persone su 50 hanno sviluppato febbre, ma senza presentare alcun sintomo.

In poche parole si tratta di soggetti che non si sono accorti di nulla, se non grazie ai dati raccolti dall’anello stesso. Queste analisi avvalorano l’ipotesi che indica quanto sia importante indossare questi anelli, in modo da rilevare la presenza di malattie anche se non si manifesta nessun tipo di sintomo.

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Difatti molti sono i fattori che determinano l’aumento e l’abbassamento della temperatura corporea. Perciò misurare questi sbalzi con un semplice termometro, non sempre è al 100% efficace in questa circostanza. È solo con una misurazione relativa, a dispetto di quella cosante rilevata e registrata dall’anelo intelligente. Proprio per questo i nuovi oggetti risultano essere potenzialmente degli ottimi alleati alla battaglia contro il coronavirus.

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