Pornhub indignato: “Attaccati perché a luci rosse ma Facebook è peggio”

Pornhub punta il dito contro Facebook: “Noi 118 episodi in tre anni, loro 84 milioni”. Quasi la metà dei video nel loro database sono stati sospesi fino a quando il loro contenuto non sarà approvato.

Logo Pornhub Visa Mastercard
Il logo di Pornhub (immagine da twitter.com/Pornhub)

Pornhub sospende milioni di video caricati da utenti non verificati ma non manda giù la valanga di accuse avviata dal New York Times e amplificata dalla decisione di Mastercard e Visa di interrompere la partnership commerciale. Quella di Pornhub è un’operazione di bonifica che rende esecutive le nuove norme interne sulla sicurezza e che, sottolinea la piattaforma con base a Cipro, non hanno paragoni nel mondo dei social.

Pornhub dunque non resta a guardare dopo il putiferio generato dal reportage di Nicholas Krystof sul NY Times, intitolato Children of Pornhub, dove erano denunciati i troppi video con minori e violenze presenti sul sito. Solo 118 incidenti negli ultimi tre anni, la replica di Pornhub, che impugna a propria difesa la ricerca della charity britannica Internet Watch Foundation.

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Pornhub al contrattacco: “Facebook meno sicuro. Noi siamo nel mirino come lo fu Playboy”

Censura Pornhub contro i moralisti
Pornhub si difende: “Attaccati perché a luci rosse” (Image from Pixabay.com)

Nello stesso lasso di tempo, scrive Pornhub sul blog ufficiale, Facebook si è auto-denunciato per la presenza di ben 84 milioni di abusi su minori sul proprio network. Ciò nonostante, nessun social network ha ancora preso un provvedimento come il loro. E cioè il divieto di caricare video nei confronti di utenti non certificati. Gli unici uploader saranno d’ora in poi i partner commerciali di Pornhub e i membri del programma model. Tutti soggetti verificati e identificabili.

Il dibattito è aperto. Pornhub punta il dito contro la censura verso i contenuti a luci rosse e chiama in causa il moralismo che mise alla gogna la rivista Playboy, il National Endowment for the Arts, l’educazione sessuale, i diritti LGBTQ e quelli delle donne. Forse un po’ troppa carne al fuoco. Ma è fondamentale, dicono i sostenitori di questa tesi, che organizzazioni come Visa e Mastercard non abbiano alcun potere di censura.

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Dall’altra parte si schierano coloro che pensano che un social network debba andarci piano con la privacy dei propri utenti, diversamente da un sito a luci rosse. Per ora di certo c’è solo che Pornhub abbia fatto bene a sospendere quasi la metà dei video nel proprio database, in attesa di verificarne i contenuti e denunciare qualsiasi violazione della legge. Oltre che della sua nuova safety policy.

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