Netflix, e non solo, aumentano i prezzi? Meglio sorbirsi la pubblicità che pagare di più

Sarà perché circa 11 milioni di telespettatori fanno uso e abuso di IPTV, contro i “soli” due milioni che pagamento regolarmente l’abbonamento nelle OTT, in primis Netflix. Sarà perché il rincaro prezzi, anche se minimo, fa storcere il naso agli italiani. Sarà.

Netflix (Adobe Stock)
Netflix (Adobe Stock)

Ma la società californiana operante nella distribuzione via internet di film, serie televisive e contenuti d’intrattenimento a pagamento, ma anche altre piattaforme che vanno per la maggiore come Prime Video e Disney+, sta segnando una preoccupante parabola discendente.

Lo rivelano i numeri di un’indagine della “The 2021 Connected TV Viewer” commissionata da Samsung Ads Europe e condotta da Ipsos, azienda leader nelle ricerche di mercato, per approfondire i fattori chiave che guidano le preferenze di consumo dei contenuti di oggi.

Sei italiani su dieci dicono sì alle pubblicità sulle OTT

Prime Video (Adobe Stock)
Prime Video (Adobe Stock)

L’ultimo rapporto di ricerca, che fornisce un quadro completo degli spettatori CTV europei e di come interagiscono con i contenuti TV, nelle cinque principali nazioni europee (Regno Unito, Germania, Spagna, Francia e, dulcis in fundo, Italia) hanno fatto emergere dati preoccupanti sui fattori chiavi dietro l’iniziale crescente adozione dello streaming e su ruolo nell’evoluzione della TV, streaming e lineare.

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Sei italiani su dieci, più della metà quindi, dichiarano di essere disposti a guardare annunci pubblicitari in TV in cambio di contenuti gratuiti: il 39% degli intervistati europei ritiene che la pubblicità sulle TV connesse sia di qualità superiore (contro l’11% su mobile e l’8% su laptop/desktop), mentre il 37% la valuta più “simpatica” (contro il 15% su mobile e l’8% su desktop).

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Il 72% delle persone intervistate afferma di avvalersi principalmente dei servizi di streaming quando vuole godersi un programma con altre persone (solo il 18% predilige la TV lineare), mentre il 73% dichiara di optare per lo streaming per un’intera serata dedicata alla visione di contenuti televisivi, una stragrande maggioranza rispetto al 19%, rimasto ancora nella concezione della TV tradizione. Addirittura il 78% preferisce la smart tv, in senso lato, rispetto alla TV lineare, che conquista solo il 14% dei rispondenti, anche come canale favorito per la scoperta di nuovi contenuti.

Oltre il malessere generale dato principalmente dall’aumento dei prezzi di Netflix, passato nella sua versione standard da 11,99 a 12,99 euro, addirittura con due euro in più (ora a 17,99) per la Premium, l’indagine The 2021 Connected TV Viewer conferma la sensazione che la tv tradizionale si guarda, oggigiorno nei principali paesi europei, in gran parte per i telegiornali, le news in generale e i programmi sportivi.

La TV connessa sta diventando un mezzo per soddisfare una pluralità di bisogni: dall’intrattenimento ad un’esperienza condivisa, passando per l’apprendimento e molto altro ancora”. L’analisi di Aex Hole, Vice Presidente di Samsung Ads Europe, è logica.

La disponibilità degli utenti a guardare annunci pubblicitari in cambio di contenuti gratuiti -conclude – è un’importante opportunità per gli inserzionisti che vogliono raggiungere le audience di interesse sulle piattaforme streaming”.

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