Nel futuro i passeggeri saliranno a bordo di aerei pilotati da remoto

Il motivo per cui le persone dovrebbero fidarsi di un aereo-robot arrivano dalle statistiche, infatti gli incidenti aerei dal 2000 al 2012, in cui ci sono state vittime, nel 54% dei casi sono stati causati da un errore umano.

 Tra qualche tempo i passeggeri saliranno a bordo di aerei pilotati da remoto. Il motivo per cui le persone dovrebbero fidarsi di un aereo telecomandato arrivano dalle statistiche.


Infatti, analizzando gli incidenti aerei in cui ci sono state vittime dall’anno 2000 al 2010 nel 54% dei casi sembra che la causa sia stata un errore del pilota, come ad esempio, una manovra errata, oppure il non rispetto di una procedura, o ancora una situazione imprevista mal gestita.

Tra i vantaggi, per le compagnie aeree, nell’eliminare la figura del pilota ci sono:

  • L’eliminazione del costo del personale di volo: stipendi, spese per l’addestramento, benefits, tempi di riposo, voli con 3 o 4 piloti nelle tratte più lunghe;  tra i vari costi quelli del personale di volo figurano subito dopo quello del carburante.
  • La possibilità di trasformare la parte anteriore dell’aereo, che attualmente viene occupata dai piloti, in una business-class superlusso con tanto di visuale panoramica come optional per i passeggeri più facoltosi, i narcisisti, o per quelli in cerca di nuove emozioni.

Intanto si è già passati ad una prima  fase di sperimentazione da parte di un consorzio britannico, Astraea, di cui fanno parte aziende aeronautiche come Airbus, produttori di motori come Rolls-Royce ed imprese specializzate in robot e droni militari, come la Bae System.

Gli ingegneri della Astraea stanno progettando dal 2006 un aereo commerciale pilotato da remoto. Infatti già ora l’aviazione statunitense impiega i droni durante operazioni di ricognizione e bombardamento in guerra; questi aerei telecomandati gestiscono le missioni entro i limiti imposti dal computer di bordo, mentre il pilota ha la funzione di supervisore rimanendo a migliaia di chilometri di distanza.

Nel 2013 Astraea ha effettuato i primi test tra Inghiliterra e Scozia con un Jetstream 31, aereo commerciale da 18 posti, che per l’occasione è stato trasformato in aereo telecomandato.

Durante l’esperimento di volo telecomandato l’aereo è stato pilotato a distanza in tutte le sue fasi, ad eccezione della fase di decollo ed atterraggio, che sono state gestite da due piloti. Sono stati messi alla prova i sistemi di comunicazione con il pilota a terra, il controllo manuale dell’aereo, i dispositivi di evitamento  e lo scambio di informazioni con la torre di controllo.

Inoltre durante il volo sperimentale sono stati utilizzati sistemi molto avanzati di telecamere e sensori collegati ai computer di bordo che hanno permesso all’aereo di mantenersi distante dagli edifici e da altri velivoli, di scansionare le nuvole riconoscendo eventuali perturbazioni meteo e di trovare una pista di fortuna in caso fosse necessario atterrare con urgenza.

Il direttore del programma Astraea, Lambert Dopping-Hepenstal, spiega che “i risultati dei test sono incoraggianti e in particolare confermano che, grazie alla loro capacità di autodeterminazione, questi aerei sapranno operare nella massima sicurezza e prendere le decisioni più idonee, anche quando dovessero interrompersi, per un’avaria, le comunicazioni con la base a terra. Tra qualche anno potremmo vederli già impiegati in missioni di ricerca e soccorso di dispersi in mare”.

Naturalmente ce ne vorrà di tempo prima che gli aerei telecomandati possano sostituire del tutto i piloti in carne ed ossa. Infatti Andrea Lanfrancotti, pilota di Boeing 777 a lungo raggio, afferma: “sfaterei il mito secondo il quale il pilota avrebbe ormai un ruolo marginale in cabina. Tutt’altro: ancora oggi alcune manovre si effettuano manualmente, senza contare che, sia il comandante, sia il secondo, si distribuiscono una serie di altri compiti di programmazione e controllo dei computer di navigazione e dei sistemi di bordo, per i quali essere “sul posto” dà tutta una serie di vantaggi, soprattutto nel caso di un’emergenza non prevista dai manuali. E comunque, prima di arrivare al giorno in cui il pilota si limiterà a condurre un aereo o una flotta di aerei a distanza, sono sicuro che ci sarà una tappa intermedia, nella quale ad essere sostituito sarà il secondo pilota”.

Ma anche quando gli aerei senza pilota avranno dimostrato di rispondere a tutti i requisiti tecnologici e di sicurezza necessari ci sarà comunque una certa reticenza a salire sulla scaletta di un aereo telecomandato.

Andrea Castiello d’Antonio, esperto in psicologia dell’aviazione, conferma che “l’atteggiamento dei passeggeri sarà in effetti un problema per le compagnie aeree, perché ad un’esperienza che già di per sé è percepita come innaturale, poiché in aereo si sta al chiuso, immobilizzati e sospesi nel vuoto, si aggiunge la paura irrazionale della mancanza di un contatto umano. Questo perché il comandante ci ricorda la figura paterna che accudisce e tranquillizza”.

Molto probabilmente, quando arriverà il momento di un tale cambiamento nell’ambito dei viaggi aerei senza pilota, verremo bombardati di campagne pubblicitarie che cercheranno (e ci riusciranno) di provarci, con tanto di dati probanti, l’infallibilità della macchina rispetto all’imperfezione dell’essere umano e all’errore umano.

Inoltre vedremo gli aeroporti trasformarsi, con aree relax molto più ampie ed attrezzate, per poter permettere a tutti i passeggeri di rilassarsi, svagarsi per poter  rilasciare le tensioni prima di salire a bordo degli aerei-robot.

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