Monete, 20 lire da impazzire: un esemplare battuto a 151.800 euro

Quarantatré anni di storia, dal 1956 al 1999, non sono bastati: le monete da 20 lire vivono ancora attraverso la passione dei collezionisti, disposte a spendere anche migliaia di euro per averle nelle loro mani. Presenti già nel Regno d’Italia, sia sotto Vittorio Emanuele II, Umberto I e Vittorio Emanuele III, sono una delle monete più ricercate dai numismatici.

20 lire del 1975 (Adobe Stock)
20 lire del 1975 (Adobe Stock)

Le 20 lire del 1861, le prima ai tempi di Vittorio Emanuele II hanno una quotazione che va dai 700 a 1000 euro, a seconda naturalmente dello stato di conservazione. Più pregiate le 20 lire ai tempi di Umberto I, dette anche Marengo d’Oro: il suo fior di conio può superare perfino i tremila euro. Si sale ancora di prezzo con le 20 lire di Vittorio Emanuele III, il 10 novembre di 2010 un esemplare molto raro con inciso la parola prova sulle monete da venti Lire Fascio in FDC venne battuto per 9.500 euro.

Monete, 20 lire: occhio a quelle dell’era repubblicana

Monete da 20 lire (Adobe Stock)
Monete da 20 lire (Adobe Stock)

Una variante delle venti lire littore “Prova” in FDC del 1928 R4, con la scritta a sinistra e ritocchi sul collo e la fronte fu ceduta per 12.650 il 23 ottobre 2010. Senza dimenticare le 20 lire 1929, oro “Prova”, un esemplare R5 in FDC fu battuto per 151.800 euro.

LEGGI ANCHE >>> Doping, un nuovo metodo per rilevare le sostanze vietate

Chiaramente le monete da 20 lire dell’era repubblicana, valgono di meno. Ma si farebbe un grande errore a non andare ad aprire quel salvadanaio impolverato. La Zecca dello Stato coniò due tipi di 20 lire nel 1956. Il primo non si può collezionare, è considerato come R5 e i due esemplare esistenti sono conservati presso il Museo della Zecca dello Stato.

LEGGI ANCHE >>> “Il tuo pacco sta arrivando”, la nuova truffa online

Il secondo tipo, però, ha comunque un suo perché, in condizioni Fior di Conio e contrassegnata con la lettera P, può raggiungere un valore di oltre 1500 euro. In condizioni splendide arriva a 750, in discrete condizioni può superare i 300 euro.

Le monete da 20 lire più rare sono quelle del 1968 e del 1970: le prime in eccellenti condizioni possono raggiungere gli 80 euro a pezzo, la sua moneta di “Prova” addirittura oltre 800. Le seconde? Dipende.

Le 20 lire con la lettera R su lato del Ramo di Quercia stanno sui 2 euro, ma se c’è la P al posto della R, può arrivare anche a 50 euro. Certo, anno di nascita e condizioni attuali fanno tutta la differenza di questo mondo, ma è meglio dare un’occhiata a quel salvadanaio.

Impostazioni privacy