L’uso serale dei dispositivi aumenta i disturbi del sonno: le conseguenze del lockdown sul riposo degli italiani

Il lockdown ha intensificato l’uso della tecnologia, ma non senza conseguenze sulla salute: l’eccessiva esposizione agli schermi retroilluminati di smartphone, tablet e computer ha causato un’aumento dei disturbi del sonno. Lo ha riportato uno studio dell’Università dell’Aquila

Pandemia disturbi del sonno
Gli italiani hanno riportato maggiori sintomi dei disturbi del sonno durante il lockdown (Unsplash)

La tecnologia ha giocato un ruolo vitale durante il lockdown, offrendo la possibilità di mantenere la comunicazione con amici, colleghi e parenti nonostante la distanza, e rispondere almeno in parte ai nostri bisogni sociali. Ma tutto questo non avviene senza pagare un prezzo: la salute del sonno. Lo rivela uno studio dei ricercatori dell’Università degli Studi dell’Aquila, pubblicato sulla rivista Sleep: l’uso intenso di smartphone, tablet e computer durante il lockdown ha influito negativamente sulla salute del sonno degli italiani.

Lo studio è stato condotto con la partecipazione di 2.123 italiani, la cui qualità del sonno durante il primo lockdown è stata analizzata e valutata tramite un sondaggio. Il 92% di coloro che hanno riportato un incremento dell’uso di dispositivi elettronici ha anche fatto esperienza di un peggioramento della qualità del sonno e di sintomi dell’insonnia, addormentandosi e svegliandosi troppo tardi, dormendo poco e male.

Una minoranza del 7,1% che ha trascorso meno tempo davanti agli schermi ha riferito invece dei miglioramenti della qualità del sonno, e meno sintomi di possibili disturbi del sonno; chi invece non ha riportato cambiamenti nel tempo di uso giornaliero dei dispositivi, non ne ha avuti neanche nel sonno.

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Disturbi del sonno
L’esposizione agli schermi retroilluminati interferisce con il ritmo cicardiano (Unsplash)

L’isolamento sociale durante il lockdown ha esacerbato un’abitudine poco salutare già diffusissima prima della pandemia, soprattutto tra i giovani: la ricerca dell’Università dell’Aquila invita a riconsiderare il cambiamento di abitudini, e ad evitare l’uso serale dei dispositivi per scongiurare lo sviluppo di difficoltà e disturbi del sonno.

L’esposizione agli schermi retroilluminati dei dispositivi elettronici, aumentata così drasticamente nello scorso anno e mezzo, può avere serie conseguenze sul sonno soprattutto se avviene durante la sera, con una doppia azione negativa. Da una parte, imita l’effetto della luce solare ed interferisce con la produzione di melatonina ed il nostro naturale ritmo cicardiano, dall’altra aumenta l’eccitazione e dissimula la sonnolenza con i contenuti stimolanti offerti dal web.

Il problema non riguarda soltanto la pandemia ma anche il futuro. L’uso eccessivo della tecnologia è un comportamento a cui bisogna far fronte, suggerisce Michele Ferrara, Direttore del Laboratorio di Psicofisiologia del Sonno e Neuroscienze Cognitive dell’Università dell’Aquila, con campagne di sensibilizzazione e maggiore educazione sulla salute del sonno.

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