Intelligenza artificiale nella lotta al Covid: uno studio dell’Università di Amburgo

L’abilità di un computer di svolgere autonomamente funzioni e ragionamenti tipici della mente umana. L’intelligenza artificiale alleata nella lotta contro il Covid-19. Una disciplina appartenente all’informatica che studia i fondamenti teorici, le metodologie e le tecniche che sembrerebbero essere di pertinenza umana, come direbbe il Marco Somalvico. In due parole: IA.

Coronavirus (Adobe Stock)
Coronavirus (Adobe Stock)

L’intelligenza artificiale, dunque, alleata e non nemica dell’uomo, soprattutto in tempo di pandemia. Lo sostiene anche un gruppo di ricerca della Synergies Intelligent System e l’Università di Amburgo.

E’ stato pubblicato un paper in cui descrivono un algoritmo di “machine learning” in grado di identificare le persone probabilmente portatrici asintomatici del Coronavirus, utilizzando il GPS degli smartphone.

Covid, algoritmo e GPS per identificare gli asintomatici

Coronavirus, una pandemia mondiale (Adobe Stock)
Coronavirus, una pandemia mondiale (Adobe Stock)

“Con questo tipo di tecnologia, possiamo mettere in quarantena una piccola frazione di persone”. Così parlò Michael Chang, cofondatore di Synergies, i cui dati della ricerca con l’ausilio dell’Intelligenza Artificiale sono stati pubblicati su Scientific Reports, una mega rivista scientifica online ad accesso libero, con revisione paritaria pubblicata da Nature Research, che copre tutte le aree delle scienze naturali.

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“Potremmo mettere in quarantena una piccola frazione di persone, circa il 3/5% – continua Chang – e ridurre considerevolmente l’effetto della malattia”. Con l’intelligenza artificiale si potrebbero individuare i super diffusori, ovvero quelle persone infette che sono in grado di contagiare un numero elevatissimo di persone.

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Parola di Jianwei Zhang, professore dell’Università di Amburgo: “Se potessimo utilizzare dati differenti dal GPS per costruire relazioni interattive tra le persone, ad esempio utilizzando telecamere o metodi di localizzazione di interni, ciò aumenterebbe di molto l’accuratezza della previsione dell’algoritmo”.

Certo, con l’intelligenza artificiale si possono fare tantissime cose, contribuire probabilmente alla lotta contro la pandemia da Covid, ma ci sono due varianti da non sottovalutare e tenere in grande considerazione per l’effettiva validità dello studio di Amburgo. Il primo, naturalmente, riguarda il segnale del GPS, il secondo risiede nella reale volontà delle persone di utilizzare l’apposita applicazione sul proprio smartphone, privacy permettendo.

Le probabilità di infezione da Covid dipendono da diversi fattori critici come la durata, la frequenza e la distanza del loro contatto con qualsiasi individuo infetto.

Questi fattori determinano lo stato di infezione nel tempo. Il modello di apprendimento con l’intelligenza artificiale potrebbe essere utilizzato per simulare e analizzare la probabilità dello stato di infezione di qualcuno.

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