Isolamento Russia: via al fai-da-te, nasce il RuStore

E’ stata praticamente isolata dal mondo intero da quando Putin ha deciso di invadere l’Ucraina, con l’inevitabile e sanguinosa guerra. I principali Big Tech l’hanno scartata, così la Russia si dà al fai-da-te, sviluppando un’alternativa all’App Store, o al Google Play, fa lo stesso.

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Nasce RuStore, l’app store tutto russo – Adobe Stock

L’azienda di social network russa, VK, ha lanciato un nuovo App Store chiamato RuStore come alternativa al Google Play Store. VK, tanto per intenderci, potrebbe essere paragonata “Facebook russo” in quanto nel 2006 ha lanciato il social VKontakte, molto simile a quello di Zuckerberg.

Lo rivela la Reuters, secondo cui la scelta di Mosca farebbe parte di una campagna governativa per la creazione di servizi alternativi, per non dipendere più dal non certo mondo occidentale, che gli ha voltato le spalle.

Il RuStore verrà lanciato con cento applicazioni: alcune includono servizi governativi

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Dopo l’isolamento, la Russia si ingegna con un nuovo app Store – Adobe Stock

Il RuStore è disponibile per gli utenti Android ma per il momento non su App Store, a causa dei limiti imposti da iOS, c’è da capire piuttosto se entrerà mai nello Store di Apple. Tant’è. Per il momento il RuStore è popolato, e non potrebbe essere altrimenti, da app locali.

La Russia ha un accesso limitato a servizi social come Facebook, Twitter e Google News, quasi tutte le aziende si sono schierate dichiaratamente dalla parte dell’Ucraina, quindi potrebbe essere molto difficile lanciare app su RuStore.

RuStore, dunque, con le dovute differenze, segue AppGallery di Huawei, ma anche l’App Store di Amazon (sui suoi tablet Fire), e F-Droid che ospita migliaia di app open source. Ma AppGallery e l’app store di Amazon stanno faticando tantissimo per conquistare gli utenti, a causa proprio delle app limitate che posseggono.

In tutti i modi, al momento del lancio, RuStore verrà lanciato con cento applicazioni e alcune di queste includeranno, ovviamente, servizi governativi. Nonostante ciò, il CEO di VK, Vladimir Kiriyenko, ha affermato che “RuStore ha tutte le potenzialità per per diventare il più grande app store russo“.

Mosca, dunque, risponde così al tentativo di molti paesi di isolarla per portarla alla bancarotta. La risposta è l’autarchia, quella capacità di curare i propri interessi attraverso un’attività avente la stessa natura e gli stessi effetti della titolarità di pubbliche potestà, nella specie svolgendo una funzione amministrativa. In pratica, la Russia sta creando una serie di servizi nazionali e attivi con risorse esclusivamente interne e basati sull’economia del rublo.

Perché VK? Qualcuno sussurra che ha uno stretto rapporto con Pavel Durov, il papà di Telegram. Che nel 2014 fu costretto a cedere il controllo di VKontakte agli oligarchi, a causa dei pessimi rapporti con il presidente Putin. Per altri VK è un eccellente azienda che offre una gamma di servizi online dalle piattaforme di social media alla consegna di cibo.

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