Come funzionano i tracker Bluetooth tra finalità legittime e utilizzi indebiti

I tracker Bluetooth stanno prendendo sempre più piede grazie alla loro praticità e al prezzo economico. Ecco a cosa servono e perché in alcuni casi hanno fatto discutere per via di utilizzi indebiti

Proprio qualche giorno fa vi abbiamo riportato la notizia della cattura di un rapinatore negli Stati Uniti grazie alle potenzialità degli AirTag, i piccoli tracker a buon prezzo di Apple. Questa tipologia di dispositivi sta prendendo sempre più piede in tutto il mondo per via della loro praticità e dei vantaggi di cui si fanno portatori, tanto che sul mercato esistono svariate alternative, da quella realizzata da Apple ai Galaxy Tag di Samsung fino ai Tile Traker, tanto per citarne un paio.

Come funzionano tracker Bluetooth
Gli AirTag sono i tracker Bluetooth più diffusi nella categoria (AdobeStock)

Non sono mancati tuttavia degli abusi tanto che Apple è dovuta correre ai ripari per arginare il fenomeno di stalking, ma il discorso va comunque incanalato su binari generali. Capita spesso di leggere utilizzi illeciti dei tracker Bluetooth e alcuni territori come la Pennsylvania, Oregon e Ohio stanno già avanzando dei disegni di legge al fine di regolamentarne, entro contorni certi e conformità giuridica, l’utilizzo da parte degli utenti.

Tracker Bluetooth: oggetti “traccia-tutto” e fenomeni di abuso

Come funzionano tracker Bluetooth
L’AirTag di Apple (Screenshot YouTube)

Nati teoricamente come dispositivi “traccia-tutto” per rinvenire oggetti smarriti, questi tracker Bluetooth vengono utilizzati in taluni casi per monitorare la posizione degli utenti, dando vita appunto a fenomeni di utilizzo indebito. Anche perché possono nascondersi facilmente non essendo nella maggior parte dei casi troppo ingombranti, tranne che quelli che utilizzano un segnale GPS. Questi dispositivi si basano sulla connessione wireless Bluetooth a onde radio che ne guida quindi il funzionamento.

Nel caso degli AirTag di Apple, ad esempio, tali accessori sfruttano una maxi-rete Bluetooth composta da milioni di dispositivi Apple di tutto il mondo, con il risultato che il tracker potrà esser rilevato in modo anonimo dagli iPhone e il legittimo proprietario potrà localizzarne la posizione. Continuiamo a parlare degli AirTag spostando l’attenzione sul processo di configurazione, visto che si tratta del dispositivo maggiormente distintivo della sua categoria.

Chi ne ha acquistato uno potrà confermare che il tracker viene abbinato sia all’iPhone che all’ID Apple e la sua posizione potrà essere tracciata in tempo reale sfruttando la piattaforma proprietaria Dov’è di Apple.

Come abbiamo scritto poc’anzi, la funzione di questi accessori è e dovrebbe essere quella di ritrovare oggetti perduti. Tuttavia, non mancano gli abusi e la stessa Apple è dovuta correre ai ripari dopo l’emersione di alcuni fenomeni indebiti. In questo senso, il colosso di Cupertino ha ridotto progressivamente l’avviso di segnale acustico che serve per avvisare le persone nelle vicinanze quando l’AirTag si separa dal suo proprietario per un certo periodo di tempo, passando dai tre giorni a un arco temporale tra le 8 e le 24 ore.

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