Smart working e i bonus forfettari: un buon punto di partenza

Effetto Covid-19. La pandemia da Coronavirus ha accelerato diversi fenomeni, come il progresso della digitalizzazione, ma soprattutto il boom dello smart working, con tutto ciò che ne consegue, compresi quei bonus riservati ai lavoratori che svolgono i propri compiti aziendali “da casa”.

I dati dell’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano descrivono chiaramente il fenomeno del lavoro agile, quella modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato stabilita mediante accordo tra le parti, senza precisi vincoli di orario o di luogo di lavoro.

Prima dell’avvento del Covid-19 gli smart worker nel BelPaese erano 570 mila, ora la crescita è del 1.050% per un totale di 6,58 milioni di italiani in smart.

Smart Working, il boom (Adobe Stock)
Smart Working, il boom (Adobe Stock)

Prima dell’avvento del Covid-19 gli smart worker nel BelPaese erano 570 mila, ora la crescita è del 1.050% per un totale di 6,58 milioni di italiani in smart.

Smart working: internet, buoni pasto e…

Smart Working, bonus forfettari (Adobe Stock)
Smart Working, bonus forfettari (Adobe Stock)

Lo stato di emergenza prorogato al 30 aprile 2021 (con divieto di spostamento fra regioni confermato fino al 15 febbraio, a prescindere dal colore e introduzione della zona bianca) ha come conseguenza il prolungamento dello schema della scelta unilaterale da pare del datore di lavoro. Tutto questo almeno fino a fine aprile.

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Tra le ipotesi relative ai contributi previsti in questo stato di emergenza, spunta anche il cosiddetto Bonus Smart Working, un contributo economico col quale riuscire a coprire i costi delle utenze che si sostengono per lavorare da casa.

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Lo Smart Working aiuta a contrastare la pandemia da Covid-19 ma aumenta anche i costi relativi a luce e riscaldamento, Internet e anche i pasti, con l’impossibilità di usufruire dei buoni.

Così i sindacati hanno lanciato la proposta di introdurre delle agevolazioni per chi “lavora da casa”, ovvero una sorta di rimborsi forfettari sulle spese che si devono sostenere.

A quanto dovrebbe corrispondere questo bonus? Risposta per niente facile. Ma ci sono delle basi da cui partire. Per i buoni pasto, i sindacati hanno stimato una cifra forfettaria di 160 euro, una buona base di partenza, non certo di arrivo, visto che si dovrebbero aggiunge le spese, minime, di internet e luce.

Solo Per internet, in particolare, si spende, euro più euro meno, dai 20,90 euro di Poste Mobile (chiamate non incluse) ai 25 di Fastweb per arrivare ai 30 di Sky, quest’ultima non ancora attiva su tutto il territorio. Senza contare luce, gas e riscaldamento. Tant’è.

 

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