Addio alle SIM card: ecco da chi e come saranno sostituite

Subscriber Identity Module. Nascono così le SIM, con questo acronimo: un modulo d’identità dell’abbonato, una smart card di dimensioni più o meno grandi, che viene inserita in uno smarthpone per archiviare l’IMSI, un numero univoco associato a tutti gli utenti di telefonia mobile di reti GSM o UMTS. Nascono così le SIM, nascono e puoi muoiono.

La prima SIM card nel 1991, nata da Giesecke+Devrient (Adobe Stock)
La prima SIM card nel 1991, nata da Giesecke+Devrient (Adobe Stock)

Le SIM ormai hanno un destino segnato. Segnato dall’inesorabile trascorrere del tempo, segnato dall’avvento di operatori virtuali pronti a dimezzare il prezzo di altri codici informatici, segnato dall’arrivo dell’eSIM. La “e” embedded. Una SIM embeddata, da integrare su ogni dispositivo senza dover ricorrere a una scheda fisica per attivare una offerta, con il vantaggio che sugli smartphone compatibili se ne possono attivare più di una, inquadrando un codice QR-Code fornito dall’operatore Il telefonino, con questa scansione del Qr-Code, carica in memoria l’eSim e può quindi usarla come una SIM normale per telefonare e navigare su internet. Un altro vantaggio è che con le eSIM può rispondere da smartwatch alle chiamate ricevute su quel determinato numero. Il futuro, insomma è già qui.

Gli operatori virtuali rivoluzionano il mercato

Cara e amata SIM Card, è ora di andare in pensione (Adobe Stock)
Cara e amata SIM Card, è ora di andare in pensione (Adobe Stock)

Le prime eSIM in commercio sono quelle, per ora, su rete WindTre. Spusu, per esempio, è una di queste. E’ un operatore di telefonia mobile virtuale, in Italia si appoggia a WindTre, nella Bassa Austria e nel Burgenland è servita una rete 5G con frequenze proprie. Gli austriaci già permettono l’attivazione online da 4,99 euro (più 9,99 euro di attivazione), per mille minuti, 200 sms e 10 GB in 4G al mese. C’è anche un’offerta più alta: 5,98 euro al mese, con 50 GB in 4G+, 2mila minuti, 500 sms.

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Un altro esempio arriva da Very Mobile, altro operatore di telefonia mobile a basso costo, nato a ridosso del lockdown: il 24 febbraio 2020, che utilizza sempre le reti di WindTre. Very Mobile parte da 6,99 euro (eccetto un’opzione a 5,99 per chi fa portabilità da certi operatori), con minuti e sms illimitati, 200 GB in 4G. Vodafone da qualche mese permette anche l’attivazione dell’eSim, con tariffe da 24,99 euro al mese (minuti, sms e GB illimitati); con 5 euro al mese c’è l’opzione One Number per usare su smartwatch lo stesso numero del cellulare. Entro fine anno arriverà anche Iliad sulle eSim e allora anche questo mercato in Italia sarà entrato nella fase di maturità.

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Per anni gli operatori italiani hanno cercato di rallentare la diffusione delle eSIM, ma si è arrivati a un punto nel quale gli operatori virtuali hanno sfondato il muro costituito e ora sarà inevitabile la libera concorrenza, con tutto ciò che ne consegue e l’inevitabile pensionamento delle SIM, dopo circa trenta anni di onorata carriera. Già, l’idea di incorporare un circuito integrato in silicio su una scheda di plastica ha origine a fine anni ’60, ma solo nel 1991 venne sviluppato il primo SIM per utilizzare lo standard comunicativo adottato dall’Unione Europea nel 1987. La prima è nata da Giesecke+Devrient, che ha venduto le prime 300 schede SIM all’operatore di rete wireless finlandese Radiolinja. Passato, trapassato remoto. Il presente e l’immediato futuro si chiama eSIM.

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