WhatsApp gratis raggiunge il miliardo di utenti, Facebook verso il controllo globale

Nei giorni scorsi tutti i notiziari hanno reso noto che una persona su sette in tutto il mondo fa uso di WhatsApp, la famosa applicazione di messaggistica che attualmente è controllata da Facebook.

Nei giorni scorsi tutti i notiziari hanno reso noto che WhatsApp ha raggiunto il miliardo di utenti attivi ogni mese a livello globale. Questo vuol dire che circa una persona su sette in tutto il mondo fa uso della famosa applicazione di messaggistica che attualmente è controllata da Facebook.

WhatsApp è stata ideata da Jan Koum e Brian Acton nel 2009 ed è un’applicazione per scambiarsi messaggi via Internet che è possibile scaricare gratuitamente sul telefonino. Una volta attivata l’utilizzatore può comunicare tramite WhatsApp con i propri familiari, amici o colleghi di lavoro senza bisogno dell’erogazione del servizio da parte del gestore telefonico. Infatti è sufficiente che sia presente una rete e le persone possono sia inviare messaggi che telefonare, mandare foto e video alle persone registrate nella propria rubrica telefonica. Tutto questo gratis e con l’ulteriore vantaggio di formare o entrare a far parte di gruppi per poter comunicare contemporaneamente con più persone.

Naturalmente per poter inviare una comunicazione a qualcuno, occorre che anche quest’ultimo disponga di WhatsApp; inoltre, per una questione di privacy, il sistema chiede l’accesso alla propria rubrica telefonica allo scopo di sapere con chi l’utente si può collegare.

Dopo tre anni l’applicazione contava sulla sua piattaforma 27 miliardi di messaggi al giorno e questo successo scatenò una guerra per la sua conquista, da parte di Apple, Facebook e Google e così, nell’anno 2014 Facebook se la aggiudica con 19 miliardi di dollari, un importo che secondo il sito Ziqqurat.eu in quell’anno corrispondeva al valore del Real Madrid, una delle squadre di calcio più quotate al mondo.

Dopo poco tempo dall’acquisizione il noto titolare di Facebook, Zuckerberg, ha deciso che WhatsApp sarebbe stata offerta gratuitamente e senza pubblicità; la motivazione non è chiara né esplicitata dall’azienda statunitense, anche se sicuramente è economica, visto che è stato un modo rapido per accaparrarsi un altro mucchio di utenti e finora i conti gli danno ragione; infatti negli ultimi 3 mesi del 2015 l’utile di Facebook è stato di 1,56 miliardi di dollari, pari al doppio dell’anno precedente ed i suoi ricavi hanno raggiunto i 5,84 miliardi di dollari, rispetto ai 3,85 del 2014, mettendo all’angolo Twitter, che ad ottobre ha dovuto licenziare 336 dipendenti.

Ma ci sono voci che parlano dell’intenzione di creare una struttura comunicativa planetaria per poter arrivare prima dei concorrenti al controllo virtuale globale. Attualmente, infatti, tutta la comunicazione è sostenuta da cellulari e smartphone, dai computer, laptop, tablet e dalle applicazioni.

L’avversaria Google è riuscita ad acquisire YouTube, insieme ad un miliardo di utenti attivi, mentre Facebook come contromossa ha messo in campo la sua piattaforma Oculus Vr, da cui si possono trasmettere dirette in streaming.

Apple è un altra temibile avversaria, anche se dagli ultimi bilanci è emerso che l’acquisto di telefonini ha avuto una battuta di arresto, a causa della saturazione del mercato, della crisi economica che non accenna a diminuire e della concorrenza dei produttori di dispositivi più economici.

Pare che Tumbir sarà il prossimo obiettivo su cui si concentreranno le tre grandi aziende digitali, perché Yahoo! è in crisi e da un momento all’altro potrebbe essere costretta a vendere la piattaforma di microblogging con 420 milioni di utenti attivi. 

Inoltre è attualmente in corso anche una battaglia per aggiudicarsi Snapchat, creata da Evan Spiegel, che permette di scambiarsi testi e immagini senza che restino tracce del traffico. Il fondatore è un ragazzo di 23 anni che tempo fa ha rifiutato i tre miliardi offerti da Zuckerberg. Attualmente gli è stata fatta un’offerta di 4 miliardi da parte dei cinesi di Tencent Holdings (e-commerce). 

Impostazioni privacy