Partita Iva, come fare per capire se conviene il regime forfettario o il regime ordinario: servono questi calcoli precisi

Devi aprire la Partita IVA? Ecco come capire se ti conviene il regime forfettario o quello ordinario. 

Aprire la Partita IVA è un obbligo quando si svolge un’attività in modo non occasionale. Avere la Partita IVA implica l’assunzione di diritti e doveri fiscali e contributivi, come l’obbligo di versare tasse e contributi previdenziali. La scelta del regime fiscale (ad esempio, forfettario o ordinario) è un passo cruciale all’apertura, poiché determina il calcolo delle imposte, i contributi e gli obblighi contabili.

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Partita Iva, come fare per capire se conviene il regime forfettario o il regime ordinario: servono questi calcoli precisi – cellulari.it

Ma quando c’è da aprire la Partita IVA è proprio questo il dilemma: optare per il regime forfettario o per il regime ordinario? Ebbene, bisogna fare alcune considerazioni e servono dei calcoli precisi per scegliere nel modo migliore. 

Partita IVA: regime forfettario o regime ordinario?

Prendiamo come esempio una persona che fattura 45.000 euro in regime ordinario. È meglio che resti con il regime ordinario o passi al forfettario in questo caso?  Non ci sono delle risposte che vanno bene per tutti ma bisogna considerare vari aspetti.

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Partita IVA: regime forfettario o regime ordinario? – cellulari.it
  1. I costi: quali sono i costi che si sostengono per l’attività/business? Bisogna identificare tutti i costi reali che si sostengono o che si prevedono di avere in modo da capire se è più conveniente rimanere in un regime piuttosto che passare al forfettario. Poi, occorre paragonare questi costi reali con il coefficiente di redditività del regime forfettario. In regime forfettario non vengono considerati i costi reali ma appunto si prende in considerazione un coefficiente di redditività, quindi una percentuale di costi basata sul fatturato. Quindi, confrontare i costi reali con i costi forfettari
  2. Detrazione: in regime ordinario si recuperano in dichiarazione dei redditi delle spese (bonus di ristrutturazione, interessi sul mutuo, spese mediche, spese veterinarie, spese della scuola dei figli) mentre nel forfettario no
  3. Prospettive di business: si presume di voler rimanere da soli? Si immagina di assumere dei dipendenti? Si pensa di  incrementare la propria attività o di ridurla? Bisogna capire, da un punto di vista strategico, imprenditoriale o professionale, dove si vuole andare. Una volta capito questo, si mettono insieme costi previsti, detrazioni previste, costi contabili, quindi si cerca di capire quanto costerebbe la contabilità e quanto si potrebbe “guagnare” passando al forfettario.

Bisogna quindi fare i calcoli e non esiste una risposta precisa che va bene per tutti. 

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