Google Stadia all’ultima spiaggia: verrà salvato, trasformato o chiuso?

C’eravamo tanto amati. Quella piattaforma di cloud gaming, sviluppata da Google soltanto tre anni, attraverso la quale il colosso di Mountain View aveva immaginato un mondo di gamer a divertirsi in streaming su vari dispositivi, accedendo esclusivamente tramite internet con una connessione minima consigliata di 10 Mbps, ha intrapreso una strada vicino al capolinea.

Secondo report tutt’altro che positivo, un’esclusiva di business Insider, sembra che Google Stadia sia arrivato in una sorta di ultima spiaggia: Google starebbe pensando di salvare ciò che resta della sua piattaforma, l’alternativa è quella di lasciarla fallire, magari rinominandola.

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Google Stadia – Adobe Stock

Nel caso in cui Stadia non dovesse farcela, ecco una possibile soluzione, chiamata Google Stream, che si concentrerebbe su offerte white label che utilizzerebbero il software Stadia, senza attribuirlo direttamente a Google.

Un’amara constatazione: Google Stadia non ha raggiunto i numeri che si prefissava

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Cambiamenti in vista per Google Stadia – Adobe Stock

Il report di Business Insider paventi l’ipotesi di nuovi accordi: con Peloton, Capcom e Bungie, non necessariamente uno in particolare, ma il coinvolgimento di più marchi. Tutto, però, nasce da un’amara constatazione.

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Google Stadia non ha raggiunto l’obiettivo del milione di utenti attivi mensili, entro la fine dell’ormai lontano 2020, l’anno del lockdown e della pandemia che avrebbe dovuto far svoltare la piattaforma in streaming. Ma nemmeno si è avvicinato. Il report parla di una percentuale sotto il 25%. E secondo la citazione di un non nominato dipendente Google, ci sarebbero stati stati grossi problemi con la fidelizzazione dei giocatori, il che significa che gli utenti non sono rimasti iscritti abbastanza a lungo da rendere Stadia redditizia.

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Google Stadia inizialmente ha fatto molte promesse, non mantenute. Realizzato come servizio di cloud gaming, Stadia consente ai suoi abbonati di giocare a qualsiasi gioco dal suo catalogo senza richiedere hardware di fascia alta. I giochi vengono trasmessi in streaming direttamente sul dispositivo. Gli utenti possono abbonarsi a Stadia Pro per accedere al catalogo o acquistare giochi direttamente e giocarci senza scaricarli. Tutto molto bello sulla carta, ma in pratica Stadia non è mai riuscito a catturare l’attenzione che Google sperava.

Patrick Seybold sembra ancora alimentare ancora quella fiammella di speranza, ma non traspare grandissima convinzione: “Siamo ancora concentrati sul portare grandi giochi su Stadia nel 2022. Con oltre 200 titoli attualmente disponibili, prevediamo di aggiungere altri 100+ giochi alla piattaforma quest’anno”. Rilancio? Se così fosse, almeno secondo fonti interne citate da Business Insider, non si tratteranno di affari multimilionari per i giochi di successo.

Seybold ha anche suggerito, fra le righe, che la Big G. potrebbe aver spostato la sua attenzione sul lavorare direttamente con i marchi, invece di espandere Google Stadia. Ha parlato della partnership di Google con AT&T e della distribuzione di Batman: Arkham Knight che faceva parte di quell’accordo. Indipendentemente dal fatto che Google intenda chiudere completamente Stadia un giorno o meno, è proprio la divisione Stadia ad ver subito molti, troppi, cambiamenti nell’ultimo anno.

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