Digitale Terrestre gratuito, i tempi si allungano. L’ingarbugliata situazione

A differenza del colpo a vuoto sparato nel 2021, stavolta la rivoluzione del digitale terrestre è andata a segno. Dallo scorso 8 marzo, tutte le emittenti televisive sono passate all’MPEG-4, che non vuol dire completamente all’HD, ma quella sezione di canali provisori di RAI e Mediaset, avrà vita breve. A fine anno lo switch verso il famigerato DVB-T2 sarà completo.

Tutto secondo copione stavolta, ma una domanda resta ancora senza risposta. Dove è finito il decoder di nuova generazione gratuito, che il governo italiano aveva promesso di mettere a disposizione per gli anziani (in primis), a reddito basso?

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Decoder HD – Adobe Stock

Si sono un po’ perse la tracce, complice anche la pandemia da Coronavirus ancora esistente e, soprattutto, l’invasione di Putin in Ucraina, che ha distolto il governo dall’attenzione verso i particolari della rivoluzione del digitale terrestre. Occorre un attimino riavvolgere il nastro.

Due ritmi agli antipodi: la rivoluzione del digitale terrestre rock, il MISE per il decoder gratuito, lento

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Decoder gratuito, i tempi si allungano di nuovo? – Adobe Stock

Lo scorso 2 marzo, il MISE (il Ministero dello Sviluppo Economico, un dicastero sempre bene ricordarlo, governativo) aveva ha finalmente emanato quel decreto con il quale stabiliva l’iter da seguire per ottenere il decoder gratuito, destinato innanzitutto all’individuazione degli aventi diritto: over 70, pensionati invalidi che godono dell’assegno familiare, abbonati, che fa rima con esentati RAI. Era stato trovato il giusto equilibrio sugli aventi diretti. E poi?

Poi, il nulla. Almeno fino a questi giorni. La situazione era chiara ma al tempo stesso ancora in via di definizione. Gli aventi diritto a un decoder digitale gratuito saranno messi insieme solo incrociando i dati dell’Agenzia delle Entrate, del MISE e dell’INPS. Solo una volta capito realmente chi sono questi benedetti aventi diritto (con reddito inferiore a 20 mila euro, si procederà a scremare solo quelli residenti in Italia e con una TV a casa.

Il problema maggiore di questa ingarbugliata situazione, sono le tempistiche. L’8 marzo è arrivato, ma quell’elenco degli indirizzi ai quali mandare il decoder, tramite Poste Italiane, ancora non è stato ufficializzato. Inoltre, da quanto si è capito, non sarà nemmeno tutto automatico, dal momento che spetta all’utente richiedere il decoder gratuito.

Dall’ingarbugliata situazione al paradosso, il passo è breve. Mentre RAI, Mediaset e più in generale tutte le emittenti hanno accelerato il passaggio all’MPEG-4, la procedura per richiedere a casa gratuitamente il decoder per il DVB-T2 per gli anziani è ancora in fase di stallo: da una parte si corre a una velocità più o meno sostenuta, dall’altra andamento lento. Fortuna che ci sono i canali provvisori, perché il MISE deve ancora ufficializzare la procedura, con i tempi tecnici propri del decreto.

Quando arriverà questo benedetto decreto? E’ la domanda che si pongono quegli anziani dal reddito basso tagliati fuori attualmente dalla rivoluzione del digitale terrestre? La risposta non può che darla il MISE.

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