Burson-Marsteller: I governi si affidano soprattutto a Twitter e Facebook

Il boom dei Social Network coinvolge ormai la quasi totalità degli utenti in rete con Facebook al primo posto con oltre 1,6 miliardi di utenti.

Il boom dei Social Network coinvolge ormai la quasi totalità degli utenti in rete con Facebook al primo posto con oltre 1,6 miliardi di utenti.

L’analisi condotta da Burson Marsteller evidenzia come i governi, quindi canali diplomatici ufficiali, prediligano lo spartano Twitter come canale preferenziale per comunicare, anche per via della sua particolarità.

Secondo l’analisi condotta sui 216 governi mondiali, troviamo infatti 173 paesi ufficialmente presenti su Twitter, pari al 90% del totale mentre 169 i paesi rappresentati su Twitter.

In termini invece di seguito, complici i numeri del colosso guidato da Zuckenberg, Facebook è quello che vanta il maggior seguito.

Terzo posto a sorpresa per Youtube, utilizzato dal 78% dei paesi, seguito da Instagram con il 70% e in rapida ascesa.

Molti paesi stanno già utilizzando anche la nuova generazione di social network come Snapchat. Vine, Periscope e Facebook Live soprattutto per quanto riguarda il Sud America.


Dal 12° Rapporto Censis-Ucsi sulla comunicazione risulta che Facebook è il social network più popolare tra gli adolescenti ed il mezzo di informazione preferito dai giovani italiani. Il Rapporto ha analizzato i consumi mediali in Italia, testimoniando la differenza tra i giovani e la popolazione più matura trasmettendoci anche una visione di quello che sarà il futuro del nostro Paese.

Il 71% dei più giovani, infatti,  scelgono di informarsi attraverso i canali digitali e soprattutto tramite Facebook, una percentuale che è il doppio rispetto a quella dei teenagers che visitano siti come Google o Twitter. Invece i più anziani preferiscono i telegiornali e i quotidiani di carta.

Ma l’informazione più rilevante è quella che parla di Facebook, il Social Blu di  Zuckerberg  che pare essere il  mezzo di informazione più usato dagli italiani tra i 14  e i 29 anni usurpando per la prima volta ai telegiornali il trono dei media.

Effettivamente Facebook ha un’enorme ascendente sui giovanissimi, al contrario di quanto veniva vociferato fino a qualche settimana fa. Nel 2013, David Ebersman,  CFO di Facebook, aveva parlato di un calo di accessi al Social Blu da parte degli utenti più giovani. Da quel momento Facebook era stato dato per spacciato ed invece oggi, dopo un anno e mezzo, Facebook gode di ottima salute.

E quindi, siccome la realtà non si può negare e consapevoli che le informazioni di un Social network sono moltissime e di ogni genere, sarà necessario che i Social e soprattutto Facebook si prendano la responsabilità del tipo di informazioni che vengono postate ogni giorno on line.

Infatti, sul web gira di tutto; ma il pericolo più grosso è rappresentato dalle informazioni false che vengono fatte passare per vere. L’ esperto di social media, Secondo Vincenzo Cosenza afferma è compito dei giornali salvaguardare la qualità; per Cosenza «sono i mezzi di informazione a dover fare un buon uso dello spazio che offre Facebook. Invece spesso le testate italiane lo usano come una discarica di link e solo per pubblicare le notizie più becere. Senza capire che in questo modo svalutano l’immagine del brand, per qualche “like” in più».

In un nostro recente articolo (“Facebook pubblicherà direttamente le notizie sulla pagina degli utenti“) abbiamo visto che Facebook ha intenzione di integrare le news dei giornali direttamente all’interno del Social, offrendo parte delle entrate economiche delle pubblicità agli editori.

Il parere di Vincenzo Cosenza è che questa «può essere un’opportunità in più se la si usa per valorizzare i contenuti d’informazione e soprattutto per indirizzarli al pubblico giusto. Infatti Facebook offre strumenti di targeting molto granulari che permettono di segmentare l’audience di ciascuna notizia».

In realtà questa prospettiva comporta il rischio di fare dei Social delle gabbie che hanno come scopo non dichiarato quello di rinchiudere gli utenti e le loro menti al loro interno.

Cosenza spiega che «ogni social network sviluppa un’attitudine a costruire un walled garden, ossia un villaggio autosufficiente dove far rimanere l’utente per più tempo possibile, in modo tale che egli possa fruire della pubblicità. Ma finché il web rimarrà una piattaforma aperta ci sarà sempre spazio per poter scoprire nuovi territori».  Purtroppo la piattaforma aperta di cui parla Cosenza non è proprio quella che sta progettando Zuckerberg. 

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