Snapchat vince la scommessa. Alibaba investe 200 milioni sui messaggi che si autodistruggono

Nel novembre del 2013 Evan Spiegel, fondatore di Snapchat, aveva rifiutato un’offerta di acquisizione da 3 miliardi di dollari da parte di Facebook. La sua volontà di indipendenza oggi si rivela un'ottima scelta.

Nel novembre del 2013 Evan Spiegel, fondatore di Snapchat,  aveva rifiutato un’offerta di acquisizione da 3 miliardi di dollari da parte di Facebook. Era evidente la volontà di indipendenza di Spiegel nonostante la determinazione di Mark Zuckerberg nell’acquisire le applicazioni di messaggistica utilizzate dai più giovani. 

Il 17 ottobre 2014 Snapchat ha aperto ufficialmente agli inserzionisti: gli utenti americani hanno infatti visualizzato il primo messaggio pubblicitario.

Oggi si può dire che la scommessa del 25enne Spiegel è stata vinta. Infatti, Alibaba, il gigante cinese dell’ e-commerce, ha investito 200 milioni di dollari nella startup Snapchat, facendo salire il suo valore a 15 miliardi di dollari.

L’investimento di Alibaba è il secondo per Snapchat in poco più di sei mesi e la valutazione di Snapchat è salita di molto lo scorso anno, grazie alla società di investimento di venture capital Kleiner Perkins Caufield & Byers, che ha contribuito a valorizzare la società con sede a Los Angeles a 10 miliardi di dollari con un investimento da 20 milioni di dollari. 

Secondo Fred Wilson, co-fondatore di Union Square Ventures, le piattaforme social hanno assunto un ruolo diverso e  sono state sostituite da applicazioni di instant messaging, come WhatsApp o Snapchat, soprattutto per azioni di un determinato tipo. Il parere di Wilson è che la “social media phase” di Internet, per come l’abbiamo intesa fino a oggi, è destinata a concludersi nei prossimi mesi ; le applicazioni di instant imaging supereranno, per numero di utenti, i social network “tradizionali”.

Infatti le maggiori piattaforme social hanno raggiunto ormai una certa maturità. Fred Wilson aggiunge che: “imprenditori e sviluppatori continuano a creare e implementare questo tipo di piattaforme, noi tutti continuiamo ad usarle, ma non sono più così frequenti enormi innovazioni in questo ambito. Le piattaforme sono mature, e la loro posizione è consolidata”.

Oggi le persone continuano a usare Facebook per entrare in contatto con i contenuti prodotti dai brand e per accedere a informazioni relative alla vita dei propri conoscenti e amici ed i ragazzi usano Instagram per esprimersi e per scoprire contenuti, ma lo fanno in modo diverso rispetto a come accadeva soltanto pochi mesi fa. 

Le novità appaiono tra chi si occupa di creare nuovi linguaggi e nuove forme di distribuzione dei contenuti ed ha saputo offrire alle persone nuovi modi per interagire e conversare.

Si tratta di un cambiamento che ha molto a che fare con chi ha la possibilità di accedere ai contenuti che vengono creati e condivisi e al tipo di persone che frequentano questo tipo di piattaforme; infatti pare che i ragazzi più giovani non si sentono più liberi di condividere tutto ciò che fanno su Facebook, uno dei motivi è, ad esempio, che anche i loro genitori sono presenti sulla piattaforma.

Sia i Brand e i publisher sono consapevoli che il loro successo dipende molto dalla loro capacità di comprendere il modo in cui comunicano le persone ed ii luoghi che frequentano; è perciò basilare cogliere le opportunità offerte dalle nuove piattaforme, che presentano linguaggi e tempi diversi.

CNN, Comedy Central, Cosmopolitan, Vice, Warner Music e ESPN hanno iniziato a sfruttare  Snapchat, che ha introdotto Discover, una funzionalità che permette ai publisher di rendere disponibili per gli utenti contenuti creati e pensati per la piattaforma.

Snapchat è un servizio di messaggistica istantanea per smartphone e tablet che consente di inviare agli utenti del proprio network messaggi di testo, foto e video visualizzabili solo per un certo numero di secondi. Fondata nel 2011 da Bobby Murphy ed Evan Spiegel e con sede a Los Angeles, questo servizio invia 30-50.000.000 messaggi al giorno ed è stata valutata 10 miliardi di dollari da Facebook che intendeva acquisirla a novembre 2014.

Diversamente da Facebook, in cui i feed degli utenti sono popolati da centinaia di messaggi prodotti da brand, che guadagnano visibilità attraverso investimenti media e le interazioni degli utenti, lo spazio su Snapchat è limitato a 11 media partner selezionati dalla stessa piattaforma, i quali producono notizie e contenuti ad hoc con il supporto di Snapchat.

La strategia garantisce alle persone contenuti di qualità;  viene capovolto quindi il criterio secondo cui i contenuti vengono proposti agli utenti in base alla loro “freschezza” o “popolarità”, facendo leva, invece, sulla cura dei contenuti operata dalla piattaforma stessa.

Snapchat, perciò, non si propone come alternativa a Facebook o Twitter, ma mira a creare un nuovo spazio rivolto soprattutto alle generazioni più giovani, già abituate a usare la piattaforma , dando loro la possibilità di fruire di contenuti interessanti. Effettivamente questa un’opportunità concreta per brand e publisher, che hanno la necessità di creare un ulteriore punto di contatto con determinate fasce di utenti, aprendosi alla loro esigenza di parlare il proprio linguaggio e partecipando alla loro quotidianità. Bisogna passare dalla misurazione delle “impressions”, alla misurazione delle persone che sono state “impressionate”; infatti è sempre più importante guadagnare l’attenzione degli utenti già a partire dalla schermata Home dei loro smartphone, offrendo qualcosa che le persone identifichino come veramente interessante, ragionando secondo un’ ottica di relazione più personale .Snapchat è un servizio di messaggistica istantanea per smartphone e tablet che consente di inviare agli utenti del proprio network messaggi di testo, foto e video visualizzabili solo per un certo numero di secondi. Fondata nel 2011 da Bobby Murphy ed Evan Spiegel e con sede a Los Angeles, questo servizio invia 30-50.000.000 messaggi al giorno ed è stata valutata 10 miliardi di dollari da Facebook che intendeva acquisirla a novembre 2014.

Diversamente da Facebook, in cui i feed degli utenti sono popolati da centinaia di messaggi prodotti da brand, che guadagnano visibilità attraverso investimenti media e le interazioni degli utenti, lo spazio su Snapchat è limitato a 11 media partner selezionati dalla stessa piattaforma, i quali producono notizie e contenuti ad hoc con il supporto di Snapchat.

 La strategia garantisce alle persone contenuti di qualità;  viene capovolto quindi il criterio secondo cui i contenuti vengono proposti agli utenti in base alla loro “freschezza” o “popolarità”, facendo leva, invece, sulla cura dei contenuti operata dalla piattaforma stessa.

 Snapchat, perciò, non si propone come alternativa a Facebook o Twitter, ma mira a creare un nuovo spazio rivolto soprattutto alle generazioni più giovani, già abituate a usare la piattaforma , dando loro la possibilità di fruire di contenuti interessanti. Effettivamente questa un’opportunità concreta per brand e publisher, che hanno la necessità di creare un ulteriore punto di contatto con determinate fasce di utenti, aprendosi alla loro esigenza di parlare il proprio linguaggio e partecipando alla loro quotidianità. Bisogna passare dalla misurazione delle “impressions”, alla misurazione delle persone che sono state “impressionate”; infatti è sempre più importante guadagnare l’attenzione degli utenti già a partire dalla schermata Home dei loro smartphone, offrendo qualcosa che le persone identifichino come veramente interessante, ragionando secondo un’ ottica di relazione più personale .

Snapchat è, insomma, l’ultima mobile-mania: la condivisione delle immagini per un tempo limite, da 1 a 10 secondi, dopodiché la foto scompare. Questo è il segreto del successo della App che ha rifiutato le offerte miliardarie di Google e di Facebook e di cui, secondo il parere degli esperti, sta insidiando il primato tra gli adolescenti e non.

Snapchat nasce dall’idea di due fratelli di confraternita poco più che ventenni, Evan Spiegel e Bobby Murphy, Pictaboo, che faceva parte della tesi di laurea di Spiegel all’Università di Stanford. L’obiettivo era di offrire una piattaforma alternativa a Facebook per la condivisione delle immagini, ma in modo meno invasivo per la privacy. Il loro progetto prende il via nel settembre 2011 nonostante lo scetticismo dei loro compagni di corso e dopo due anni più di 350 milioni di immagini vengono condivise quotidianamente su Snapchat ogni giorno contro i 400 milioni di Facebook, che è partita nel 2004.

L’app è gratuita e al momento vive di finanziamenti, ottenendo i primi 485 mila dollari dalla Lightspeed Venture Partners nel maggio 2012, dopo che uno dei suoi partner aveva scoperto che era tra le tre applicazioni più popolari della classe del liceo di sua figlia, dopodiché è arrivato un finanziamento da 13.5 milioni di dollari dalla VC, Benchmark Capital. Dopo quattro mesi Snapchat ottiene 60 milioni dalla Institutional Venture Partners, facendo salire la valutazione di Snapchat a 800 milioni di dollari: ad ogni nuova valutazione segue quasi sempre un finanziamento da parte di una società di investimenti.

Snapchat cambia pelle di continuo per incrementare il numero degli utenti, infatti ad ottobre è arrivata la funzione Snapchat Stories, che permette di condividere la propria giornata con gli amici, collegando foto e video insieme in “storie” in cui ogni scatto dura per 24 ore. Lanciando questa nuova funzionalità, la Snapchat ha dichiarato: “La tua storia non finisce mai ed è sempre in evoluzione. La fine della tua storia di oggi è l’inizio di quella di domani”. Snapchat ha poi creato SnapKidz e Snapchat Micro; la prima, per i più giovani, permette ai bambini di creare foto e video senza condividerle con gli altri per proteggere la loro privacy; la seconda funziona con la fotocamera del Samsung Galaxy Gear. 

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