Sono tanti i pensionati che rischiano di perdere questo trattamento per via di un errore: attenzione a non commettere questo.Â
Câè chi sogna la pensione da anni e quando finalmente ha tutti i requisiti, spera che sia finalmente arrivato il suo momento. Eppure, basta commettere un solo semplice (e purtroppo comune) errore per perdere il trattamento.Â
Ecco perchĂŠ molti pensionati stanno rischiando di perdere il trattamento per un errore che sarebbe meglio non commettere: di cosa si tratta. Â
Molte persone lavorano anche dopo la pensione ma proprio questo potrebbe comportare un grave rischio: perdere il trattamento. Continuare a lavorare dopo la pensione è qualcosa che accade molto frequentemente: secondo gli ultimi dati ISTAT, un pensionato ogni 10 continua a lavorare.
Magari lo fa per integrare una pensione bassa o perchÊ sente di avere ancora le forze per continuare a lavorare, oppure perchÊ trova una nuova occupazione appagante. Ed in realtà si può davvero lavorare dopo essere andati in pensione, se non fosse che il rischio di perdere il trattamento è concreto in diverse circostanze. Infatti, il rischio è legato al fatto che magari si è andati in pensione con misure collegate ai redditi che non consentono di lavorare.
Quindi, nel caso in cui lâinteressato trovasse un nuovo lavoro, rischierebbe seriamente di perdere una parte di pensione. Infatti, il lavoro trovato finirebbe con lâabbassare lâimporto della pensione in alcune circostante mentre invece ci sono altri casi in cui le misure con cui si va in pensione (o con cui si è andati in pensione), non consentono proprio di lavorare. Ă il caso di Quota 103 e lâApe sociale.
Lo stesso dicasi per chi è uscito dal lavoro con quota 100 o 102 ma questo vincolo, in ogni caso, cessa di essere applicato a 67 anni. Quindi una persona diventa svincolata dallâobbligo di non poter lavorare dopo la pensione appena compie 67 anni. Resta il fatto che chi esce dal lavoro con la quota 103 o con lâApe sociale non può lavorare, se non svolgendo lavori autonomi a carattere occasionale, e fino alla soglia massima di 5.000 euro di reddito da queste attivitĂ .
Quindi, appena si torna a lavorare, sia lavoro autonomo che subordinato, la pensione con quota 103 o con lâApe sociale viene sospesa, e i ratei incassati nello stesso anno del ritorno a lavorare, vanno restituiti.
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