Vuoi usare Google Meet al posto del defunto Skype? Benissimo, perché adesso non avrai neanche più barriere linguistiche! Ecco la funzione che devi conoscere.
Con il progresso tecnologico cui stiamo assistendo adesso sembra che non ci siano effettivamente barriere nella comunicazione su nessun piano. Ma, per quanto il mondo sembri piccolo, in realtà ci sono talmente tante lingue che conoscerle tutte chiaramente non è possibile, come pure non è possibile avere sempre a portata di mano un traduttore o un interprete che possa fare da mediatore in queste situazioni.
Se c’è necessità e puoi organizzare una riunione online, il trucco da attivare è la nuova funzione presente su Google Meet. Come è facile da immaginare, anche questa nuova funzione sfrutta l’intelligenza artificiale. Vediamo nel dettaglio che cosa fa.
Può capitare di trovarsi in una stanza e dover parlare con persone che vengono da altri angoli del mondo e che quindi, magari, non parlano italiano o nessuna delle lingue che conosci. La comunicazione di certo diventa un po’ complicata. La stessa situazione si può verificare se ti trovi in una conferenza organizzata magari stavolta attraverso Google Meet.
La piattaforma, che è diventata una delle alternative più gettonate dopo che Microsoft ha definitivamente chiuso i battenti di Skype, permette di organizzare riunioni e conferenze anche con moltissimi partecipanti e ovviamente basta avere il link di partecipazione e ci si può collegare anche se ci si trova dall’altra parte del mondo. Ma nelle conversazioni internazionali può capitare di non essere in grado di parlare o comprendere perfettamente quello che gli altri stanno dicendo.
Qui entra in gioco la novità di AudioLM, ovvero il nuovo sistema che permette una traduzione automatizzata di quello che viene detto. Potrebbe essere dunque la soluzione perfetta per chi si trova per esempio a dover studiare seguendo un corso organizzato all’estero. Attenzione però, perché ci sono chiaramente tutta una serie di limiti nella scelta di utilizzare un sistema di traduzione automatizzata.
Per quanto il servizio possa sembrare accurato e vigile, ci sono per esempio cose come modi di dire, espressioni sgrammaticate, errori vari che potrebbero portare poi a traduzioni non corrette. È sempre bene quindi essere totalmente consapevoli di quello che potrebbe succedere. Fatto ciò, c’è la possibilità comunque di aiutare nella comunicazione.
La funzione è ovviamente disponibile solo per gli utenti che hanno un abbonamento Pro. Per Google si tratta di un primo passo verso l’integrazione massiccia di Gemini in tutti i suoi servizi. E chiaramente anche di un modo per convincerci a pagare l’abbonamento per poter sfruttare questi che sembrano essere realmente dei servizi utili.
Se però doveste pensare che si tratta di un modo per smettere di studiare le lingue straniere, vi sconsigliamo di affezionarvi troppo: il fatto che, come dicevamo prima, la traduzione può non essere accurata non è una nostra supposizione ma qualcosa che Google ha dichiarato apertamente. La stessa società della grande G riconosce quindi i limiti della propria creatura.
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