Google AI, dopo 10 anni ha risolto un enorme mistero: lo strumento di Big G basato sull’intelligenza artificiale ci ha messo appena 48 ore..
La tecnologia continua a fare passi da gigante e ogni giorno spuntano novità assurde che lasciano tutti a bocca aperta. Si sente parlare sempre di più di intelligenza artificiale, con i modelli linguistici di grandi dimensioni che diventano sempre più popolari di giorno in giorno.
Si pensi a ChatGPT o a Gemini, LLM di deep learning che possono comprendere e generare testo simile a quello umano. Il loro “potere” è quello di essere addestrato su enormi quantità di dati di testo e codice: per questo motivo, hanno funzionalità illimitate. L’IA, nel dettaglio, è capace di risolvere enormi problemi con irrisoria facilità: negli ultimi tempi, sono sempre di più le notizie che parlano di grandissime scoperte da parte dell’Intelligenza Artificiale.
Da qualche ora, tuttavia, sta circolando una notizia assai sorprendente: secondo quanto si apprende, Google AI ha risolto in poche ore un problema scientifico, facendo la “sua” scoperta dopo appena due giorni. Ma cosa è successo precisamente?
Dopo dieci anni, alcuni ricercatori hanno fatto una grandissima scoperta: incuriositi però dalle potenzialità dell’Intelligenza Artificiale, senza mostrare i risultati a nessuno nel mondo hanno presentato il medesimo problema a Google Ai.
In appena due giorni, lo strumento IA di Big G ha trovat la soluzione facendo la scoperta che ha sconvolto proprio tutti. Un team di ricercatori stava studiando in particolare come uno specifico tipo di super batterio riuscisse a trasmettere velocemente la sua pericolosa resistenza agli antibiotici tra specie diverse. La questione aveva impegnato gli scienziati in dieci anni di ricerche e di studi: nessuno era però arrivato ad una soluzione definitiva.
I biologi, quindi, hanno deciso di chiedere all’IA di Google di risolvere il problema: in appena due giorni, l’algoritmo ha analizzato tutti i dati, ha formulato delle ipotesi e ha proposto delle soluzioni sperimentali, arrivando subito allo stesso risultato dei ricercatori che avevano impiegato dieci anni di grandi studi. Un esperimento così complesso può dimostrare soltanto una cosa: con molta probabilità, l’IA può non avere limiti.
I ricercatori, sconvolti dalla precisione e soprattutto dalla velocità del modello linguistico, hanno contattato anche Google per verificare che Big G non avesse avuto accesso in un qualche modo ai dati ancora riservati: l’azienda ha ovviamente negato categoricamente, confermando così tutte le potenzialità dello scienziato IA. Con molta probabilità, questi potentissimi strumenti hanno tutte le carte in regola per fare scoperte in tempi record e per risolvere problemi importanti in poche ore.
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