Come riconoscere le varianti Covid: l’Oms ha fornito alcuni criteri

Come riconoscere tutte le varianti del Covid? L’Oms e i centri Cdc statunitensi hanno fornito alcuni criteri utili per fare ciò

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Come riconoscere le varianti del Covid? Esistono alcuni criteri (pixabay)

È uno dei temi più discussi delle ultime settimane: le varianti Covid. Scoperte ormai diverse settimane fa, hanno portato ad un rapido incremento dei nuovi contagi in tutto il mondo. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: maggiori restrizioni e una campagna vaccinale che assume ancora più importanza.

Ne sono state già scoperte alcune migliaia, ma solo alcune sono maggiormente contagiose e pericolose. Vi siete mai chiesti come riconoscerle e distinguerle? Esistono alcuni criteri base che permettono di fare ciò. A tal proposito sono intervenuti i Centri Cdc statunitensi e l’Oms, che hanno stilato una nuova classificazione utile per la distinzione di tutte le varianti del Sars-Cov-2.

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Come riconoscere le varianti Covid, tutti i criteri

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La classificazione dell’Oms e dei Centri Cdc statunitensi (Pixabay)

Innanzitutto, bisogna partire da alcune premesse. I Centri Cdc statunitensi e l’Oms hanno suddiviso le varianti in 3 tipologie diverse: quelle di interesse, quelle che destano preoccupazione e quelle con conseguenze significative. Questa prima parte di classificazione permette di facilitare l’intero processo, identificando sin da subito le principali caratteristiche del virus stesso. Partendo dalla prima classe, vengono definite varianti di interesse tutte quelle che hanno causato un buon numero di focolai o che sono alla base di un incremento dei positivi. Queste hanno una maggiore contagiosità e possono sfuggire al sistema immunitario, rendendo meno efficaci i vaccini. Negli Usa, ce ne sono al momento 3: la B.1.526, la B.1.525 e una variante brasiliana (non la più nota).

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Le varianti che destano preoccupazione sono invece quelle che hanno confermato i sospetti di maggiore trasmissibilità o letalità. Meno riconoscibili dai test diagnostici, potrebbero persino portare ad una seconda infezione alle persone che già sono risultate positive una volta. Attualmente, 5 di queste sono in fase di monitoraggio: la variante inglese, la variante brasiliana, la variante sudafricana e le due californiane.

Infine ci sono quelle con conseguenze significative. Forme mutate che portano a malattie più gravi e ad un numero maggiore di ricoveri, riescono ad eludere vaccini, terapie e contromisure cliniche. Ad oggi, nessuna delle varianti rientra in questa terza categoria.

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