BlackBerry, John Chen svela le sue carte

Intervistato dal sito USA Today, il ceo di BlackBerry John Chen ha parlato delle strategie che intende avviare per riportare il gruppo all’utile.

Sono passati ormai 18 mesi da quando John Chen ha preso le redini della canadese BlackBerry, ma i risultati – soprattutto in termini smartphone venduti – stentano ancora a convincere.

Il manager ex Sybase non sembra voler dare particolare importanza ai dati nel breve periodo: gli utili arriveranno – promette – basta solo avere pazienza. Un concetto ribadito una volta di più al sito USA Today. Privacy, sicurezza e hardware: il progetto di BlackBerry non è mai stato così solido e sarà proprio la combinazione in ambito business di questi tre aspetti a consolidarlo nel tempo.

Ho fatto molto per investire nel domani – ha affermato Chen . La mia priorità numero uno è quella di portare soldi e generare flussi di cassa per poi investire la liquidità. Nel corso degli ultimi 18 mesi ci sono stati diversi banchi di prova. Negli ultimi due quarti abbiamo avuto profitti e un attivo. La tendenza è nella giusta direzione. Abbiamo acquisito tre società tutte in linea con la strategia di essere leader nella sicurezza e nella privacy; ci siamo concentrati sull’enterprise computing per le persone del mondo del lavoro e delle agenzie governative. Abbiamo anche fatto un investimento di minoranza in una piccola società che fornisce software per uso medico. Quindi stiamo più o meno allineati ai miei piani inziali. Il viaggio è circa a metà. Stiamo andando nella giusta direzione. La strategia non è cambiata. La visione che ho deciso di seguire è quella di essere focalizzati sulle imprese, sugli utenti professionali per garantire sicurezza e privacy”.

Tra i fattori chiave individuati da Chen per il ritorno da protagonista di BlackBerry nel segmento enterprise ci sarà una centralità via via crescente dei software. “La differenza tra il business hardware e quello software è probabilmente un 80/20 in questo momento. Nel prossimo anno o due mi piacerebbe arrivare a 50/50 o 60/40, in modo da avere una valida offerta software per il mondo delle imprese. Si tratterà naturalmente di software sviluppati quasi interamente per la sicurezza. La differenziazione arriverà dalla sicurezza e dove si parla maggiormente di questo è il campo medico. L’hardware farà parte dell’equazione. Il business portatile sarà molto focalizzato su professionisti che utilizzano i nostri dispositivi”.

Anche in futuro non verrà mancare l’accoppiata hardware più software proprietario. Ma con qualche differenza per quanto riguarda l’aspetto produttivo. “Il business degli smartphone sarà in gran parte svolto in partenariato. Non possiamo fare tutto da soli. Vogliamo avere tutte le risorse necessarie per concentrarci su design, sicurezza e privacy. Abbiamo dei dispositivi molto interessanti che stanno per essere rilasciati”, ha svelato il ceo.

Dove stiamo scivolando – ha ammesso – è nell’area dei servizi. Con la precedente generazione di terminali BlackBerry ogni utente ci dava qualche dollaro attraverso la bolletta telefonica, una sorta di tassa di attivazione. Ora queste entrate stanno scivolando velocemente verso il basso. Se qualcuno sostituisce un vecchio BlackBerry con uno nuovo o con un modello di un mio concorrente, questa entrata continua a diminuire. Mi sto ingegnano per invertire la rotta attraverso la messaggistica sicura. Solo così riusciremo ad ottenere dei margini in grado di riflettersi sugli utili. Sono sicuro che prima o poi arriveremo vicini alla strategia globale per generare più soldi ed investire il nostro denaro in maniera proficua”.

Insomma, pare ci voglia ben altro di qualche trimestrale un po’ opaca per demolire i piani di John Chen. Riuscirà la caparbietà del super dirigente a riportare il brand BlackBerry tra i grandi del comparto mobile?

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