Cosa significa se perfino Google sulla piattaforma di YouTube si rende conto che forse c’è bisogno di un freno allo scroll infinito degli Short?
Tutte le piattaforme social, o tutte le piattaforme che cercano di comportarsi come dei social, hanno una serie di elementi al proprio interno che in un certo senso cercano di trasformare l’esperienza degli utenti e di convincerli a rimanere per un altro po’, poi un altro po’ ancora e così via. Del resto, essendo gratuiti almeno sulla carta, queste piattaforme hanno trovato nel mantenere gli utenti collegati e nel convincerli a condividere i loro dati personali e le loro preferenze un’ottima moneta di scambio.
Ma a quanto pare invece per il social a base di video che fa parte dell’ecosistema di Google è arrivato il momento di dire basta soprattutto a un comportamento che è diventato problematico: il consumo di uno Short dopo l’altro. Ed ecco allora che arriva il timer. Cerchiamo di capire meglio come funziona questo nuovo blocco a tempo.
Prima di pensare che improvvisamente Google, rispetto agli altri grandi attori del settore informatico, abbia capito che un uso eccessivo della tecnologia fa male alla salute, c’è da ricordare che come gli altri colossi proprio Google è già al centro di diverse cause legali che hanno come oggetto del contendere proprio quei sistemi di cui parlavamo prima e che convincono gli utenti a rimanere attaccati allo schermo dello smartphone.
Per cercare di mostrare che invece la società si muove anche per aiutare i propri utenti, è stato introdotto un timer che può essere personalizzato per decidere autonomamente quanto tempo trascorrere facendo lo scroll degli Short su YouTube. E Google cambia anche i Messaggi.
Non è quindi un timer che si attiva automaticamente ma è un nuovo strumento che dalla piattaforma viene messo a disposizione degli utenti per cercare di aumentare in loro la consapevolezza di quello che stanno facendo. La funzione è in sviluppo già da un po’.
Tra l’altro si unisce ad altre funzioni che sono in realtà abbastanza nascoste e che avrebbero più o meno lo stesso scopo. Per esempio, sapevi di poter mettere un timer che ti ricorda che è ora di andare a dormire?
E che esiste già un timer che blocca la visione dei video in intervalli di nuovo stabiliti dall’utente? Stranamente, per ora almeno, questo nuovo blocco a tempo non è stato inserito tra gli strumenti che i genitori possono utilizzare per controllare un po’ meglio il tempo che i figli passano attaccati al cellulare, ma la società madre di YouTube fa sapere che il parental control vero e proprio arriverà l’anno prossimo e che se i genitori decideranno di implementare questi blocchi i ragazzi non potranno aggirarli in alcun modo.
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