Xiaomi produrrà un’auto elettrica in collaborazione con il gigante dell’automotive cinese. L’indiscrezione proviene da Reuters, che parla di possibile annuncio tra una settimana.
Dopo gli scooter elettrici, Xiaomi si butta sull’EV. Lo riporta Reuters, secondo cui il colosso cinese dell’hi-tech commissionerà la produzione del veicolo elettrico a Great Wall Motor, azienda automobilistica con sede a Baoding, nella provincia di Hebei, regione che non a caso ospita le vestigia della Grande Muraglia. L’agenzia di stampa londinese cita a supporto tre fonti con conoscenza diretta dei fatti, ma che restano anonime, data la mancanza di ufficialità del progetto .
Le trattative tra Xiaomi e Great Wall Motor sarebbero già in corso da parecchio e riguarderebbero tra l’altro quale stabilimento utilizzare per la produzione dell’EV. Altro argomento sul tavolo, il tipo di sostegno ingegneristico che la casa automobilistica darà in fase di progettazione. Great Wall è famosa per i suoi pick-up e SUV e ha da poco aperto la divisione veicoli elettrici con la city-car Ora, per la quale sta costruendo una fabbrica in Cina insieme a BMW. L’electrive vehicle con Xiaomi sarebbe il primo lavoro da costruttore per conto di una società partner.
L’annuncio della collaborazione potrebbe già avvenire la prossima settimana, mentre il lancio sul mercato vero e proprio è previsto per il 2023. Insieme ad Apple e Huawei, Xiaomi sarebbe dunque l’ennesimo marchio hi-tech che ha intenzione di ampliare le proprie attività all’automotive a zero emissioni. L’obiettivo è un’automobile “connessa all’ecosistema” degli altri prodotti Xiaomi, sostengono i ben informati che hanno parlato con Reuters.
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Nonostante i suoi smartphone siano i terzi più venduti al mondo dopo quelli di Apple e Samsung, Xiaomi deve diversificare la produzione per colpa dei margini di guadagno sempre più ridotti sul comparto telefonia. Tra i tanti fattori dei guadagni assottigliati, la carenza di semiconduttori che ha fatto impennare drasticamente il costo dei chip.
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Temporaneamente allentato, invece, l’assillo del ban USA voluto da Trump. A gennaio 2021, Il presidente uscente degli Stati Uniti ha inserito Xiaomi nella black list delle società cinesi sospettate di svolgere funzioni di intelligence per conto dell’Esercito Popolare di Liberazione. Le aziende incluse nell’elenco sono off-limits per gli investitori e i produttori statunitensi, un danno non da poco in termini di affari globali. Il ban è stato sospeso lo scorso 12 marzo da un Giudice Federale americano e ora Xiaomi punta all’annullamento permanente.
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