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Whatsapp e privacy, le aree grigie dell’app più amata

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Whatsapp è una delle piattaforme più utilizzate del mondo, ma non sempre rispetta la nostra privacy come pensiamo o speriamo.

Whatsapp è una delle applicazioni più utilizzate del mondo per la messaggistica istantanea. Sono milioni gli utenti che hanno un account alla piattaforma e che ogni giorno si scambiano messaggi, informazioni, file tra di loro. Tutto questo, ci viene assicurato, con una crittografia end-to-end, che garantisce il fatto che il contenuto dei nostri messaggi non venga letto da nessuno tranne il destinatario o i destinatari a cui spediamo il messaggio in questione. Ma con i problemi legati alla privacy e al monitoraggio continuo delle nostre attività, la crittografia end-to-end è abbastanza per proteggerci? La risposta è no, perché WhatsApp conosce di noi molte più cose di quelle che pensiamo e che speriamo di condividere accettando tutti i termini dell’applicazione. Leggendo la pagina FAQ ufficiale si scoprono tante cose che non sapevamo.

LEGGI ANCHE —> Whatsapp, come capire se ti hanno bloccato e cos’è il ghosting

Whatsapp e privacy, le aree grigie dell’app più amata di messaggistica

WhatsApp, Facebook Messenger e Instagram unite in un’unica super chat (AdobeStock)
  • Whatsapp non sa quello che mandi, ma sa a chi lo mandi. La crittografia end-to-end impedisce a chi lavora nella piattaforma di Zuckerberg di sapere cosa scrivi, ma sa a chi scrivi, quando, ogni quanto. In questo modo registra le nostre interazioni e con chi ci piace parlare. Nello specifico registra “la modalità di interazione con gli altri attraverso i nostri Servizi”.
  • Whatsapp non conosce solo i numeri dei tuoi contatti, ma di tutta la rubrica. Anche i numeri fissi o di altri contatti che non hanno WhatsApp vengono registrati dalla piattaforma e immagazzinati. Col permesso diamo l’ok alla condivisione dei “numeri di telefono degli utenti di WhatsApp e di altri contatti presenti nella rubrica”.
  • Il fondatore di WhatsApp ha ammesso le violazioni della privacy. In un’intervista al fondatore della piattaforma di messaggistica firmata Forbes, Brian Acton ha ammesso di aver dato le dimissioni da un ruolo di dirigente offerto da Zuckerberg. Questo perché “Ho venduto la privacy dei miei utenti, ho fatto un compromesso”.

Ovviamente non vi stiamo chiedendo di cancellare WhatsApp e di tornare a comunicare con le lettere, ma solo di fare attenzione a quello che mandate e soprattutto di leggere bene le condizioni di utilizzo.

LEGGI ANCHE —> Le conversazioni su WhatsApp sono registrate e intercettabili?

 

 

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