Continuano a far discutere le nuove linee guida sulla privacy di WhatsApp. Uno stato starebbe pensando di dichiararle illegali
Ormai qualche mese fa, su WhatsApp si è scatenato un vero e proprio putiferio. Le linee guida sulla privacy aggiornate hanno obbligato gli utenti a ragionare sul reale utilizzo che l’applicazione fa dei dati, sempre più in pasto alle altre piattaforme social e alle aziende che si occupano di advertising. Inutile rimarcare l’incredibile esodo che c’è stato, con milioni di diffidenti che hanno deciso di spostarsi verso la concorrenza.
A distanza di qualche settimana, si continua a parlare della condivisione dati tra WhatsApp e Facebook. Nello specifico, la Germania starebbe addirittura pensando di dichiarare come illegali le nuove linee guida sulla policy. Sono in corso indagini ed ulteriori approfondimenti del caso, per capire se è il caso di parlare di “sfruttamento abusivo del potere di dati“.
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In Italia, qualche settimana fa è intervenuto direttamente il garante sulla privacy per ottenere maggiori delucidazioni sulle linee guida sulla privacy aggiornate da parte di WhatsApp. La Germania vuole spingersi oltre e – dopo le dovute verifiche del caso – potrebbe addirittura dichiarare il tutto come illegale. Come già noto, la condivisione dati con Facebook non riguarda le chat private, ma bensì quelle con aziende ed account business. Uno stratagemma che andrebbe comunque a favorire l’advertising mirato sulle altre piattaforme social, ma apparentemente in forma legale.
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È proprio su questo che la Germania vuole vederci chiaro. L’idea è che potrebbe trattarsi di uno “sfruttamento abusivo del potere di dati“, una sorta di controllo dichiarato ma non consentito di tutte le mosse che vengono compiute dagli utenti sulla suddetta piattaforma. Il colosso di Zuckerberg pare voglia abilitare una specie di supporto clienti, come già Apple fa da diversi anni.
La palla passa ora in mano agli enti governativi tedeschi, che avranno il compito di capire se il funzionamento della nuova policy è in linea col regolamento o può incorrere in sanzioni.
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