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Applicazioni

Whatsapp: come sfuggire alla truffa che sta girando | Ha colpito migliaia di utenti

Published by
Antonino Gallo

La smania di avere funzionalità aggiuntive che normalmente non fanno parte dei client ufficiali di alcune applicazioni può essere molto pericolosa e portare non pochi problemi.

Recentemente questo sta succedendo su WhatsApp, o meglio su alcuni client non ufficiali dell’app di messaggistica più usata e famosa al mondo insieme a Telegram: queste “app gemelle” di terze parti, decisamente non ufficiali, sono dei veicoli per una truffa molto insidiosa.

WhatsApp Plus – Cellulari.it

Succede infatti che tramite questi due client, che girano su sistema operativo Android e sono dunque disponibili su App Store, venga installato un virus di tipo trojan sull’account ufficiale dell’utente WhatsApp che si vede il più delle volte rubare dati sensibili e anche, purtroppo, soldi.

Triava è il trojan che ruba tutto tramite WhatsApp

Il virus trojan di cui stiamo parlando si chiama Triava, gira su sistema operativo Android e viene installato nel cellulare del malcapitato utente attraverso le credenziali dell’account ufficiale di WhatsApp.

I due client che veicolano questo trojan sono WhatsApp Plus e YoWhatsApp, delle applicazioni “parallele” che danno delle funzionalità aggiuntive che WhatsApp ufficiale non possiede, ma che concedono l’accesso a queste funzionalità solo dopo che l’utente si è logato con le sue credenziali ufficiali.

YoWhatsApp – Cellulari.it

Una volta che l’utente ha effettuato il login, il trojan malevolo Triava porta dei virus sul dispositivo del malcapitato utente di turno che si vede rubare addirittura i dati di accesso a WhatsApp. Con questo sistema gli hacker non solo rubano account e si impossessano di dati sensibili, ma anche di denaro attraverso l’iscrizione (ignara, va detto) ad abbonamenti a pagamento.

Ad effettuare delle analisi su questa problematica, portata alla luce dalla Australian Competition and Consumer Commission, sono stati alcuni ricercatori della compagnia chiamata Kaspersky: secondo le stime ad oggi sono già stati presi di mira 3600 utenti, nel giro di appena due mesi da quando è stato scoperto l’inghippo.

Ovviamente il consiglio è sempre quello di utilizzare sempre e solamente il client ufficiale di WhatsApp, dal momento che quelli non ufficiali non solo sono tali, ma non sono nemmeno raccomandati dalla compagnia che ne detiene i diritti e che la gestisce, al secolo Meta, ma soprattutto perché il client ufficiale impedisce di fatto l’ingresso di qualunque tipo di trojan o virus malevolo che potrebbe rubare i dati sensibili dell’utente o dare vita ad abbonamenti a pagamento che il cliente non ha mai richiesto.

La Kaspersky Lab ZAO, più nota come Kaspersky, è un’azienda russa con sede a Mosca fondata nel 1997 da Evgenij Kasperskij e specializzata nella produzione di software progettati per la sicurezza informatica.

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Antonino Gallo

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