I possessori di smartphone dovranno da oggi prestare ancora più attenzione alla sicurezza dei propri dispositivi, perché è stato scoperto un metodo per infettare i sistemi operativi mobile passando dai caricabatterie.
La notizia arriva direttamente dagli organizzatori della Black Hat, la conferenza annuale per hacker in programma il prossimo luglio: tre studenti del Georgia Institute of Technology avrebbero infatti dimostrato come risulti al momento possibile bypassare i controlli protettivi degli smartphone mediante l’utilizzo di un particolare caricatore. Il procedimento sarebbe così efficace da riuscire ad attaccare perfino iOS, una delle piattaforme – secondo le ultime ricerche – maggiormente sicure.
Il giornalista Gabriele De Palma ha spiegato sul Corriere della Sera i rischi derivanti dalla nuova minaccia tecnologica: “In attesa di vedere all’opera il caricabatterie infettante, battezzato dai ricercatori Mactans, ci dobbiamo accontentare della descrizione che ne danno: è stato sviluppato a partire da una BeagleBoard (una scheda che ospita un minicomputer) di Texas Instruments, una di quelle che si trovano facilmente in commercio per meno di 50 dollari, ed è in grado di trasmettere un software malevolo in meno di un minuto. L’infezione avviene senza che l’utente debba interagire col telefono, basta semplicemente che lo colleghi. Il malware per di più è difficile da identificare perché si insedia nello stesso luogo in cui Apple nasconde le applicazioni native di iOS”.
Chiaramente, almeno all’inizio, Mactans avrà un “aspetto visibilmente sospetto” viste le dimensioni anomale, ma per i malintenzionati non sarà difficile realizzarne uno più discreto. Dunque, anche se la falla è stata individuata dai cosiddetti “hacker buoni”, chi utilizza questi device è avvisato: mai accettare caricabatterie dagli sconosciuti.
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