Il caso fa ancora discutere: le Gallerie degli Uffizi sono contro blogger ed influencer nei musei? Ha deciso di fare chiarezza l’ufficio stampa
Stando a quanto riferito dal Corriere Fiorentino, con la riapertura dei musei le Gallerie degli Uffizi avrebbero deciso di porre freni al lavoro di blogger ed influencer nei musei. Niente più foto e video con le opere esposte da pubblicare sui social netowrk, per non “rovinare” l’esperienza ai milioni di followers che hanno intenzione di recarsi in loco.
Una notizia che ha scatenato non poche polemiche, ma che è stata tempestivamente smentita dall’ufficio stampa stesso. “In merito alla vicenda della presunta nuova tassa per i blogger, il museo chiarisce che si tratta di una notizia completamente infondata. Non esiste alcun balzello” si legge nella nota ufficiale: “Tuttavia, c’è una legge dello Stato che stabilisce come l’uso delle immagini delle opere custodite nei musei possa essere libero se effettuato a titolo privato, scientifico e di cronaca. Qualora sia a scopo commerciale, invece, deve essere sottoposto a un canone“.
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“Secondo una legge aggiornata nel 2014, l’uso delle immagini deve essere sottoposto a canone qualora sia effettuato a scopo commerciale” fa sapere l’ufficio stampa degli Uffizi, che allontana le voci degli ultimi giorni su una presunta mossa anti blogger ed influencer. Non ci saranno particolari limitazioni dunque per chi decide di pubblicare sui propri canali social – seppur con milioni di follower – opere custodite all’interno delle Gallerie. È chiaro che il discorso si allarga ed è molto più complesso, soprattutto in un periodo in cui il turismo internazionale è in fase di stallo.
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Quale contributo danno blogger ed influencer ai musei post lockdown? Bisogna capire se i post possano essere considerati a titolo di cronaca o a scopo commerciale. Se una persona con un seguito decidere di pubblicare su IGTV un video all’interno di un museo, questa può essere considerata un’attività commerciale? Contenuti del genere portano ad una crescita del profilo, e contribuisce all’arrivo di nuove opportunità professionali. Una polemica che si infittisce, e su cui (forse) non è stata ancora fatta del tutto chiarezza.
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