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Twitter e Facebook: problemi in Florida. Il governatore non ci sta

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Antonino Gallo

Il governatore della Florida Ron DeSantis ha firmato un progetto di legge per fermare quella che ha definito la “censura” dei conservatori sui siti di social media come Twitter e Facebook. La legge sarà probabilmente impugnata in tribunale ed è stata descritta come palesemente incostituzionale da esperti legali e gruppi di difesa di tutto lo spettro politico.

Facebook (Adobe Stock)

Ma il governatore e il corpo legislativo della Florida non sono stati per nulla scoraggiati dalla possibilità che i tribunali annulleranno la legge in quanto violerebbe il Primo Emendamento statunitense.

Twitter e Facebook, tempi duri in Florida: la nuove legge di Ron DeSantis in vigore a luglio

Twitter (Adobe Stock)

La legge, infatti, conferisce ai floridiani il diritto di citare in giudizio le società Big Tech per decisioni di moderazione dei contenuti e, al tempo stesso, vieta alle società di “deplatformare” i candidati politici e le imprese giornalistiche. Tant’è. L’entrata in vigore della nuova legge, in Florida, è prevista per il 1° luglio.
In questa sessione, abbiamo agito per garantire We the People”. Il governatore della Florida spiega la decisione presa in una nota stampa, dove quel “we the people” sta ad indicare i cosiddetti veri abitanti della Florida, in tutto il Sunshine State. “Con questa legge riceveranno protezione garantita contro le élite della Silicon Valley

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Ron DeSantis, laureato in legge all’Università di Harvard, prosegue: “Molti nel nostro stato hanno sperimentato in prima persona la censura e altri comportamenti tirannici a Cuba e in Venezuela. Se i censori della Big Tech applicano le regole in modo incoerente, per discriminazione e a favore dell’ideologia dominante della Silicon Valley, ora saranno ritenuti responsabili“.

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Il vice governatore Jeanette Nuñez ha detto che la legge è importante perché molti floridiani “conoscono i pericoli di essere messi a tacere o sono stati messi a tacere sotto il dominio comunista“.

La nuova legge ritaglia un’eccezione per le aziende tecnologiche che possiedono anche parchi a tema. Ciò esenterebbe sia Disney che Comcast, quest’ultima proprietaria di NBCUniversal, inclusi i parchi a tema della Universal.

In particolare, la legge esenta “qualsiasi servizio di informazione, sistema, motore di ricerca Internet o fornitore di software di accesso gestito da una società che possiede e gestisce un parco a tema o un complesso di intrattenimento”.

Per ottenere l’esenzione, comunque, il parco a tema o il complesso di intrattenimento dell’azienda deve essere “composto da almeno 25 acri contigui“, fornire “mostre permanenti e una varietà di attività ricreative“. Non solo, condicio sine qua non: “un minimo di 1 milione di visitatori all’anno“.

Il divieto di togliere i politici dai social, consente alla Commissione elettorale della Florida di “imporre multe di 250.000 dollari al giorno, a qualsiasi società di social media che toglie qualsiasi candidato per una carica statale, e 25.000 dollari al giorno per deplatforming candidati per uffici non statali“.

La legge dice che “una piattaforma di social media non può deplatformare intenzionalmente un candidato” e che la “piattaforma deve fornire a ciascun utente un metodo con il quale l’utente stesso può essere identificato come candidato qualificato”.

Deplatform è definito come “l’azione o la pratica da parte di una piattaforma di social media di eliminare o vietare in modo permanente un utente dalla piattaforma in questione per più di 14 giorni“.

DeSantis già si oppose al divieto dell’allora presidente Donald Trump, espulso sia da Twitter e Facebook per incitamento alla violenza. “Qualsiasi cittadino della Florida può bloccare un candidato con cui non vuole niente a che fare. Questo è un diritto di ogni cittadino, non spetta alle Big Tech decidere“. Parola di governatore.

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Antonino Gallo

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