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Trasferire la residenza all’estero per non pagare le tasse: ecco la guida completa

Published by
Valeria Scirpoli

Per non pagare le tasse in Italia si può trasferire la residenza all’estero: ecco come fare. 

Molte persone si trasferiscono all’estero per diversi motivi: personali, di lavoro oppure per avere nuove opportunità o cambiare vita. Il più delle volte, però, questo cambiamento è giustificato dal fatto che, mediante questo “escamotage”, non si paghino le tasse in Italia.

Trasferire la residenza all’estero per non pagare le tasse: ecco la guida completa – cellulari.it

Ci sono dei passaggi precisi da rispettare per non avere sorprese dal Fisco e quindi bisogna procedere correttamente per fare in modo che il trasferimento fiscale all’estero vada a buon fine.

Come trasferire la residenza all’estero per non pagare le tasse

Chi risiede fiscalmente in Italia viene assoggettato alla tassazione sui redditi di fonte italiana ed estera. Chi però si trasferisce all’estero, dovrebbe perdere la residenza fiscale italiana per evitare che i proventi percepiti, una volta che ci si è trasferiti, finiscano nel mirino dell’Agenzia delle Entrate.

Come trasferire la residenza all’estero per non pagare le tasse – cellulari.it

Quindi, per prima cosa bisogna cancellare il proprio nominativo dall’Anagrafe della Popolazione Residente per avvalorare il proprio trasferimento all’estero. Successivamente è necessario iscriversi all’Aire, ossia all’Anagrafe Italiani Residenti all’Estero, indispensabile per poter fruire di una serie di servizi forniti dai Consolati e dalle Ambasciate agli italiani all’estero.

Sono tenuti ad iscriversi all’Aire: 

  • le persone che si trasferiscono all’estero per un periodo superiore a 12 mesi
  • chi risiede già all’estero perché magari è nato qui o ha acquisito la cittadinanza italiana per un qualsiasi motivo.

Poi bisogna tenere in considerazione il domicilio ovvero il luogo in cui si sviluppano, in via principale, le relazioni personali e familiari della persona. Se i legami economici e quelli familiari non dovessero coincidere, per determinare in quale Paese il contribuente ha la residenza, prevalgono gli affetti. Quindi, per esempio una persona che lavora in Gran Bretagna ma ha coniugi e figli in Italia, avrà la residenza in Italia, appunto.

Quindi, per dimostrare di voler lasciare la residenza italiana, il contribuente deve trasferire il centro di tutte le sue relazioni all’estero: familiari, sociali, di lavoro e morali. Infine, il contribuente deve essere fisicamente all’estero. Infatti l’Agenzia delle Entrate ha delle banche dati che consentono di individuare la presenza dei soggetti in Italia.

In genere l’amministrazione finanziaria ritiene che:

  • se un soggetto è presente in Italia per meno di 90 giorni, il periodo viene considerato come vacanza
  • se il soggiorno si protrae per oltre 90 giorni, ma non supera i 182, magari si trova qui per coltivare un interesse
  • se il soggetto rimane in Italia per oltre 183 giorni, allora ha la residenza qui.

I requisiti visti devono essere mantenuti per il periodo di almeno 183 giorni quindi per la maggior parte del periodo d’imposta. Per poter dimostrare di aver trasferito la propria residenza all’estero, quindi, l’elemento temporale è il più importante.Il contribuente deve infatti avere tutta la documentazione necessaria per dimostrare che sia stato effettivamente all’estero.

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Valeria Scirpoli

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