TIM si adegua alla delibera dell’AGCOM dello scorso febbraio e ufficializza il completamento del complesso iter burocratico che porterà tutti gli abbonati ad essere coperti contro eventuali servizi a pagamento attivati inconsapevolmente sulle schede telefoniche.
TIM dice basta all’attivazione inconsapevole dei servizi a pagamento sugli smartphone. L’operatore italiano ha infatti annunciato di aver ultimato l’iter procedurale che porterà tutti i clienti ad essere dotati del blocco automatico (il cosiddetto “barring“) dei numeri telefonici che prosciugano il credito delle SIM. Una risposta finalmente concreta e fattiva ad un fenomeno sempre più dilagante e dagli effetti disdicevoli per i consumatori, costretti per l’appunto a far fronte ad indebite sottrazioni del proprio credito telefonico.
Il provvedimento adottato da TIM – certificato in queste ore dall’informativa che il gestore italiano sta spedendo a tutti i suoi abbonati – non appare tuttavia isolato, ma si inserisce in un più ampio contesto dominato dalla delibera dell’AGCOM risalente allo scorso febbraio, che ha per l’appunto obbligato tutte le società telefoniche ad attivare automaticamente dei meccanismi di protezione contro quei servizi a pagamento: pensiamo ad abbonamenti meteo, notizie, oroscopi e giochi. TIM – alla stregua della rivale Vodafone – aveva già annunciato l’intenzione di adeguarsi alla decisione dell’autorità garante delle comunicazioni e quella di oggi è soltanto la parte conclusiva di un complesso iter burocratico. Ovviamente la notizia andrà a riguardare quei consumatori che non avevano ancora attivo il barring sulle proprie schede SIM.
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A partire dai prossimi giorni, pertanto, nelle schede SIM di tutti i clienti TIM – oltre che ovviamente dei futuri abbonati – sarà attivo il barring dei servizi premium sugli smartphone, a meno che il consumatore non si sia espresso in senso contrario – a fronte di una documentazione esplicitamente inoltrata al gestore – ad una tale misura di prevenzione. Vale comunque la pena sottolineare che la disattivazione automatica dei servizi premium non andrà ad impattare su quei numeri che, sebbene a pagamento, sono ritenuti inequivocabilmente affidabili: il rimando dev’essere inteso verso i servizi di televoto, le donazioni solidari, oltre che i servizi bancari e postali.
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