Sembra tutto bello e sembra tutto facile con l’intelligenza artificiale che scrive, fa ricerche, fa i conti, traduce, disegna per te. Eppure forse stai lentamente diventando meno intelligente a forza di delegare. Ci sono le prime prove.
La tecnologia ha lo scopo di rendere la nostra esistenza più facile e di permetterci di fare cose che non avremmo mai pensato fosse possibile fare. La tecnologia deve essere quindi al servizio dell’essere umano e parrebbe che l’arrivo dell’intelligenza artificiale sia un altro esempio di come la tecnologia stia arrivando per aiutarci a fare tutte quelle cose che magari sono fastidiose.
Ma in realtà potrebbe esserci un problema enorme con l’utilizzo massiccio di strumenti di intelligenza artificiale, oltre all’errata convinzione che abbiamo di fronte effettivamente qualcosa di intelligente.
Dovremmo quindi innanzitutto rimettere nei ranghi questi strumenti che assomigliano molto di più a delle enormi slot machine in cui per caso sembra sempre che tiriamo fuori le tre ciliegine. Questo perché un nuovo studio sta iniziando a gettare luce su quello che è il rischio più grosso di un utilizzo massiccio di questi strumenti: loro si affinano e noi diventiamo più stupidi.
Perché l’intelligenza artificiale rischia di farci diventare tutti meno intelligenti?
Ora sembra che nessuno abbia più voglia né di leggere, né di comprendere, né di fare elementari operazioni di calcolo neanche con una calcolatrice, perché tanto basta chiedere e l’intelligenza artificiale risponde. E vale la pena ricordare che ci sono ancora problemi nella qualità delle risposte anche alle domande più semplici e che comunque l’intelligenza artificiale non è in grado di dire che non sa qualcosa (il che porta alle famose “allucinazioni”).
Ma a questi problemi ora se ne aggiungerebbe un altro: il fatto che a forza di delegare perdiamo la nostra capacità di ragionare e di esprimerci riguardo alla realtà. Una versione mentale dei terrestri rappresentati per esempio all’interno del film d’animazione Disney Pixar “WALL-E”, seduti e imboccati mentre i robot fanno tutto.
A lanciare l’allarme non è qualche luddista della tecnologia, ma una ricerca portata avanti dal MIT, una delle istituzioni più solide per quello che riguarda la tecnologia. Lo studio sperimentale condotto ha organizzato tre gruppi: a un gruppo è stato chiesto di fare un saggio utilizzando ChatGPT, a un altro di utilizzare un semplice motore di ricerca e a un altro di non utilizzare strumenti avanzati.
Quelli che hanno utilizzato l’intelligenza artificiale hanno fatto molta più fatica poi a ricordare anche semplicemente ciò che c’era scritto nel saggio, rispetto per esempio a chi invece aveva lavorato senza strumenti avanzati. E la riprova che gli strumenti di intelligenza artificiale rischiano di instupirci si è vista nel momento in cui i gruppi sono stati invertiti.
Si potrebbe pensare che l’introduzione dell’intelligenza artificiale possa essere paragonata alle calcolatrici e ai motori di ricerca, ma in realtà il problema è ben più profondo. Viene dal fatto che con una calcolatrice o con un motore di ricerca c’è comunque necessità di eseguire un lavoro mentale per decidere cosa chiedere, quale conto eseguire.
Se invece si domanda semplicemente a un’intelligenza artificiale di scrivere un saggio o risolvere un problema, si ottiene una risposta che viene data per buona senza pensiero critico.
E in più il fatto che questi strumenti abbiano l’etichetta di “intelligenze” ce li fa sentire più vicini e più umani, il che trasforma ulteriormente il rapporto che tendiamo ad avere con loro. Da ultimo c’è sempre la questione etica riguardo il modo in cui questi strumenti sono stati costruiti: rubando, perché di furto si tratta, il lavoro di tutte le persone del mondo presenti online.