SMS addio, cosa succede? Il nuovo modo di inviare messaggi arriverà presto e farà impallidire anche WhatsApp: i dettagli.
Negli ultimi anni, la tecnologia ha fatto passi da gigante e ha completamente stravolto le nostre vite: oggi parliamo tranquillamente di smartphone, ma ricordiamo che fino a qualche anno fa c’erano i classici cellulari.
Nel 1973, Martin Cooper (ingegnere della Motorola) fece una prima chiamata da un telefono cellulare usando un dispositivo molto grande. Nel 1983, invece, proprio Motorola commercializzò il primo telefono cellulare vendendo il cosiddetto “The Brick”, un mattone che aveva un costo pari a 3.995 dollari. Con l’arrivo dei dispositivi portatili, cominciarono a circolare anche gli sms.
Per definizione, l’acronimo SMS indica “Short Mesage Service” e sono arrivati sui cellulari a partire dal 1992. Per quasi vent’anni, gli sms rappresentavano l’unico modo per poter inviare messaggi ad altri contatti. Tale servizio presenta ovviamente dei limiti: nella storia, non hanno mai dato la possibilità di scambiare foto, video o file di ogni tipo, ma permette solo di scambiare un testo. Al giorno d’oggi, gli Sms hanno quindi perso tantissimo: quasi nessuno li utilizza più perché sono nate app di messaggistica istantanea come WhatsApp che permettono di inviare anche immagini, filmati, videomessaggi, audio o di avviare addirittura chiamate e videochiamate. Attenzione però: secondo le ultime indiscrezioni, arriverà ben presto un nuovo modo per messaggiare.
Secondo le ultime indiscrezioni, gli SMS potrebbero ben presto dire addio: al loro posto spunteranno gli Rcs, ossia i Rich Communication Services. Questo standard di messaggistica sono già presenti nelle app Messaggi degli Smartphone più recenti: non c’è bisogno quindi di scaricare o installare altre applicazioni.
Rispetto agli SMS, questa particolare tipologia di messaggi permette di inviare anche file multimediali di grande qualità come foto in HD o video. C’è poi la possibilità di sfruttare la funzione della conferma di lettura o di capire se l’interlocutore sta digitando la sua risposta. A quanto pare, ci sarà ben presto anche la possibilità di avviare chat di gruppo.
C’è però una grande pecca: a quanto pare gli RCS non presentano la crittografia end-to-end poiché sfruttano la telefonia mobile. Rispetto a WhatsApp, dove le conversazioni sono protette, con gli RCS ciò non viene garantito. La loro crescita in Europa è comunque sotto gli occhi di tutti, con il numero di dispositivi compatibili aumentato del 35%. In Italia, per il momento, tutto tace: gli operatori telefonici, infatti, non supportano ancora gli Rcs.
Il crescente successo degli Rcs, in ogni modo, potrebbe cambiare la scena anche nel Bel Paese e diffondersi quindi in Italia per fare concorrenza ad applicazioni come WhatsApp e Telegram.
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