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Smartphone, una dipendenza che fa paura i dati che mettono in allarme

Published by
Emanuele De Angelis

Tantissimi italiani non riescono a “dimenticare” almeno per poco tempo il cellulare, questo modo di agire ha creato un disturbo da non sottovalutare 

Stare lontani dal cellulare, anche solo per qualche minuto, è davvero un’impresa per molti. E non si tratta solo di chi ha la necessità di essere costantemente reperibile per motivi di lavoro, ma un po’ di tutti, ragazzini compresi. Tantissimi non riescono a non avere lo sguardo costante sullo schermo sia per comunicare con i propri contatti, sia semplicemente per consultare la posta elettronica, navigare online o giocare.  

Tutto questo appare evidente, non solo guardando chi abbiamo vicino, ma anche se si pensa a cosa facciamo noi con cadenza quotidiana. Ora però a confermarlo ci ha pensato la rilevazione fatta da Censuswide per conto di Amazon Kindle, che ha messo in luce un quadro che può risultare quasi preoccupante se si analizza il comportamento della maggior parte degli italiani.  

Dipendenza da smartphone – Cellulari.it

Gli italiani e la nomofobia: occhio alla dipendenza da smartphone

La dipendenza da smartphone che abbiamo può essere notata con un gesto davvero semplice, ma comune a molti, ovvero il continuo bisogno di averlo tra le mani e verificare se ci siano notifiche in arrivo. I dati, come spesso accade, sono una cartina al tornasole importante della situazione: all’analisi effettuata da Censuswide hanno partecipato duemila persone, rappresentative della popolazione adulta, di questi addirittura il 91% ha confessato di non riuscire a resistere per un’ora senza mettersi a controllare le notifiche che possono arrivare dalle varie chat o dai social network. Molti di loro lo farebbero addirittura per una media di 80 volte, il che vorrebbe dire più di una volta al minuto.  

Un dato come questo non può quindi essere sottovalutato, è il segno di come magari non ci sia alcun segnale proveniente dal telefono, ma si avverta la necessità di verificare come mai questo non stia avvenendo. Ed è per questo che non si poteva che essere coniato un termine ad hoc per chi ha questo modo di agire. In casi simili si parla di nomofobia, parola che trae origine da “No mobile phobia”, termine che sta a indicare la paura di non avere rapido accesso al cellulare al fine di essere continuamente rintracciabili. Questo è uno dei sintomi più evidenti di quella che viene definita “Fomo”, ovvero “Fear of Missing Out”, la situazione di chi teme di essere tagliato fuori da conversazioni o contenuti importanti. 

“FOMO” – Cellulari.it

Come è facile immaginare, agire in questo modo condiziona l’andamento della propria giornata. Il controllo di una notifica in genere richiede circa 60-90 secondi, tempo che si sottrae a quello che si stava facendo, sia che si tratti del lavoro, sia a maggior ragione dell’attenzione data agli affetti più cari. Se ripetuto nel tempo, come indicato dallo studio, gli effetti possono essere devastanti.  

Non farlo mai prima di coricarti a letto

Molte delle persone intervistate smette di consultare il proprio device fino a poco prima di coricarsi, cosa che però è altrettanto sbagliata e dannosa per la salute. La luce blu del telefono, infatti, influisce sugli occhi e può rendere difficile prendere sonno, portando a non essere energici come si vorrebbe la mattina successiva.  

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Emanuele De Angelis

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