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Smartphone, la situazione sta sfuggendo di mano: scattano le prime denunce | Questa pratica è pericolosissima

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Pasquale Conte

Sempre più giovani sono alla ricerca di situazioni borderline e spesso vietate, per il solo gusto di farlo o per ricevere like e consensi sui social. È successo a Como, dove alcuni ragazzi hanno scattato selfie illegali e sono stati denunciati

Ottenere follower e like sui social network può portare anche a mettersi in gioco con azioni oltre ogni limite. Un fenomeno purtroppo in rapida diffusione, che porta alla nascita di challenge e tormentoni spesso pericolosi. Con conseguenze non delle migliori per i protagonisti di quanto succede.

Selfie (Adobe Stock)

Di recente, quattro ragazzi francesi e uno italiano di età compresa tra i 22 e i 27 anni sono stati denunciati per aver camminato – letteralmente – sul Duomo di Como a circa 30 metri di altezza. Una pazzia testimoniata sui social network, come se non stesse succedendo niente di troppo importante. Il tutto è stato ripreso da Il Giorno.

Climber a Como, scattano le denunce per quattro climber

Una situazione al limite quella avvenuta sabato a Como, dove cinque climber – quattro francesi e uno italiano – si sono arrampicati sul Duomo e hanno camminato a 30 metri di altezza. In pochi minuti sono arrivati polizia e vigili del fuoco che, dopo le dovute segnalazioni arrivate, si sono occupati di salire sulla cattedrale della città e di far scendere i protagonisti della vicenda. Questi ultimi hanno raccontato di avere fatto tutto per scattare alcune foto e registrare video da pubblicare sui social.

Ragazzi sul Duomo (QuiComo.it)

La loro professione? Free climber professionisti, con gesta di questo tipo che hanno portato a denunce già in Francia, in Italia e in altre città europee. La situazione preoccupa sempre di più quella delle azioni scelerate per ottenere consensi sui social. A Grottammare alcuni minorenni hanno messo una bicicletta sui binari per poi allontanarsi, testimoniando il tutto su internet. Ad Ancona, è stato appiccato il fuoco sotto due altalene in un parco. E tanto, tanto altro.

Ora si sta cercando di capire in che modo poter limitare il tutto. Una sensibilizzazione nelle scuole o semplicemente sulle piattaforme social stesse potrebbe essere d’aiuto. Soprattutto considerando che spesso i protagonisti di queste vicende sono giovanissimi, in cerca di like su internet e disposti a fare di tutto pur di avere qualche minuto di notorietà.

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Pasquale Conte

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