Un pò a sorpresa, in controtendenza con quanto purtroppo accade tra i giovani studenti e in altre realtà , il sottosegretario al ministero dell’Istruzione, Davide Faraone, ha annunciato la volontà di rimuovere il divieto di portare lo smartphone in classe. Il divieto era stato istituito il 15 Marzo 2007 e impegnava tutti gli istituti a regolamentarne l’utilizzo e il possesso con esplicito divieto di utilizzo durante le lezioni.
La motivazione alla base di questo provvedimento è l’idea che lo smartphone possa rappresentare un valido strumento per la didattica. Un’idea piuttosto azzardata visto che lo smartphone in classe ad oggi ha rappresentato spesso motivo di problemi tra i più giovani, poco consapevoli di quanto rischiano in certi comportamenti.
Il rischio è quello di riversare sul web, milioni di foto e video generati in classe, tra riprese di professori, atti di bullismo offline e online. Difficile infatti ipotizzare un sistema di controllo da parte degli insegnati cosi come della scuola. Ma non solo. Lo smartphone potrebbe essere un alleato importante per la distrazione degli studenti.
Recentemente, uno studio condotto da Louis-Philippe Beland e Richard Murphy della London School of Economics ha infatti concluso che nelle scuole dove vige il divieto di portare il cellulare i voti sono mediamente piĂą alti.
Esaminando le performance di 91 istituti scolastici in 4 città inglesi tra il 2001 e il 2013, lo studio ha dimostrato che l’assenza di cellulare incide nel rendimento degli studenti come una settimana di più all’anno di lezione.
La questione di base, come anche riferito dai ricercatori, non riguarda lo smartphone come strumento, ma le potenzialitĂ dello stesso in termini di intrattenimento.
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